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Arte Valle d'Aosta

ARTE (2) FRANCESCO NEX:”Cavaliere stanco per antiche geometrie”

cavaliere-stanco-per-antiche-geometrieIl quadro che fa da “avatar” al mio blog si intitola “Cavaliere stanco per antiche geometrie”. Ne è autore il mio amico Francesco Nex, il più grande pittore valdostano. Nato il 6 luglio 1921 a Mattão, in Brasile, Nex vive a Fènis. Di lui ho scritto una biografia che è stata pubblicata nel dicembre 2004, inserita nel catalogo della mostra “Francesco Nex. Ricordi sogni riflessioni”.

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Ne riporto uno stralcio nel quale Nex spiega la genesi del quadro, alla luce della sua estetica.

 «Concordo con chi ha detto che nei quadri l’Arte è quello che sta tra la tela- o, nel mio caso, la seta- e la vernice: in effetti è in questo spessore minimo che sta racchiuso il pensiero dell’artista, quello che qualcuno ha definito la scintilla della sua anima. E questo spessore a me è sempre piaciuto riempirlo con delle storie, a volte fantastiche e a volte un pò più realistiche. Sarebbe stata la stessa cosa se avessi fatto lo scrittore o il poeta… Nella mia pittura c’è l’amore, c’è la nostalgia, c’è l’allegria, ma c’è, anche, la rabbia ed il sarcasmo per un certo tipo di società. In questo tipo di quadri c’è un po’ la morale della Storia fatta da Francesco Nex. La Storia ufficiale, quella con la esse maiuscola, non mi ha mai interessato molto perché l’hanno scritta i funzionari dei potenti, che non potevano certo sputare nel piatto in cui mangiavano. Ma, della Storia, i potenti sono solo un accidente. La Storia l’ha fatta la gente che ha vissuto, che ha faticato, che si è ingegnata, che ha fabbricato case come quella in cui vivo… Per cui non descrivo momenti storici ufficiali, e i riferimenti a fatti e personaggi realmente accaduti sono casuali e funzionali a quanto voglio esprimere. I miei racconti figurati sono un’allegoria della commedia umana e testimoniano l’immutabilità della storia: come, cioè, accanto ai lati sublimi dell’uomo, ci siano cupidigie, invidie, superbie, stupidità che si ripetono sempre uguali. Fino alla noia, che, infatti,  ambascia il “cavaliere stanco per antiche geometrie”, il mio autoritratto spirituale. Il mio bisogno di dissacrare vorrebbe trasmettere alla gente il senso di libertà. Quasi a dire, con il sorriso sulle labbra: guarda che se hai bisogno di essere guidato è perché lo vuoi tu, perché non sai essere uomo del tuo tempo, perché non hai il coraggio d’essere libero. Lo schiavo è colui che aspetta che qualcuno lo liberi».                                                        

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