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Alpini Valle d'Aosta

Il Sacrario-Museo del Battaglione Alpini “Aosta”

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Non sono perché furono quando la Speranza si alimentava col sacrificio”. Questa scritta posta all’ingresso della cripta del Sacrario  che è il cuore del Museo del Battaglione Alpini “Aosta”, sintetizza il coraggio, il senso di dovere, il sacrificio di migliaia di giovani alpini morti nelle delle campagne d’Africa e nelle due Guerre Mondiali.

Nei tanti e preziosi cimeli si respira, in particolare, l’epopea del Battaglione “Aosta” nella Prima Guerra mondiale.

1 rosario IMG_7579 copyDalle anfore contenenti pugni di terra dei luoghi sacri (i monti Solarolo, Vodice, Pasubio, Grappa) al rosario appartenuto al Tenente Ferdinando Urli morto sul Dente del Pasubio, da brandelli di gloriose bandiere ai tre fucili austriaci intrecciati e sormontati da un cappello alpino con penna mozza (simbolo degli alpini caduti) che stanno all’ingresso della cripta.

Inaugurata, all’interno della Caserma Testafochi di Aosta, il 18 maggio 1940, dopo lo sbando dell’8 settembre 1943 la struttura risorse grazie ad una paziente opera di recupero e riordino del materiale disperso al quale si aggiunsero le testimonianze delle Campagne di Grecia e di Russia.

Nel 2006, infine, l’impulso del Generale Oliviero Finocchio e il certosino lavoro del Colonnello Guido Dupuis hanno portato ad un’ulteriore sistemazione, con trasformazione da Sacrario in un Museo, che, senza perdere le qualità spirituali, ne ha permesso una maggiore fruibilità. Al Sacrario è dedicato il libro “La Memoria dell’Aosta” di Gianfranco Ialongo.

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Ecco l’ampio servizio televisivo di Ialongo che la redazione di RAI VdA ha dedicato al Sacrario del Battaglione Aosta

3 commenti

  1. Ho letto con piacere la storia del ‘Museo’e apprezzo il lavoro che è stato compiuto per il suo allestimento con lo scopo di non dimenticare ciò che ragazzi, spesso poco più che ventenni, hanno fatto per difendere la loro terra, le loro famiglie; quello che in una parola si dice Patria alle volte senza comprenderne il significato e il valore. Scopro oggi dopo tanti anni che mio nonno Emilio Mussi è stato alpino nel glorioso Battaglione Aosta del 4° Reggimento. Arruolato il 18 marzo 1910 fu chiamato alle armi il 26 ottobre dello stesso anno e giunse ad Aosta (suppomgo che questa fosse la sede del Btg.)il 31 ottobre. Il 29 marzo 1912 partì per la Tripolitania e la Cirenaica per rientrare dal fronte di Derna, per aver contratto il tifo, il g. 5 ottobre dello stesso anno. Fu trattenuto alle armi il 27 gennaio 1913 fu mandato in congedo. Richiamato alle armi il 2 ottobre 1914 giunse al fronte (non sono sicuro, ma credo che mi avesse parlato di essere stato ferito al ‘Pian delle Fugazze’, presso il monte Pasubio)l’8 agosto 1914 e fu nuovamente congedato, per prendere servizio in ferrovia dove già lavorava,il 14 novembre 1914. Per la campagna di guerra Italo-Turca (1911-1912) fu “autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa” (Regio Decreto 1342 del 21 novembre 1912. Della zona in cui a prestato servizio durante la prima guerra mondiale non ho precise notizie se non le date che ho ritrovato sul suo foglio matricolare (la sua matricola era 24899 classe 1890), ma se la memoria non mi tradisce un giorno mi parlò del ‘Pian delle Fugazze’. Ora, chiedo gentilmente se c’è notizia di un coinvolgimento del Btg. Aosta nella zona ‘Pasubio’a partire dai primi giorni di agosto del 1914 o, eventualmente, a chi posso rivolgere questa domanda. Anch’io ho prestato servizio al Reparto Comando nel 3° Rtg. da Montagna della Divisione Julia a Gemona del Friuli nel periodo 1971-1972. Ringrazio per la cortese attenzione e porgo cordiali saluti.

    Sergio Mussi
    V.le della Libertà 38/a
    43043 Borgo Val di Taro (Parma)
    Tel. 3333551847

  2. Sono un “Ragazzo del 99°corso AUC” della SMALP anno 1980. Sono nato e risiedo a Castelleone CR , un Alpino di pianura dunque,Capogruppo dell’omononimo gruppo.
    Solo recentemente ho scoperto che nel Sacrario del Btg Aosta sono conservati alcuni ritratti eseguiti da un illlustre castelleonese Enrico Felisari ,pittore di discreta fama ed ufficiale degli Alpini.Ritraggono le Penne Nere del battaglione insigniti delle Medaglie d’oro nella Grande Guerra.Sarebbe un onore,visitando il Museo poterle vedere ed eventualmente riprodurle fotograficamente in modo da inserirle in una “Antologia Alpina”.

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