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FRANCO CERRI: grande musicista “in ammollo”

Franco Cerri2
Bio_Presto

 “Nooo, non esiste lo sporco impossibile!” A ripeterlo in televisione per 8 anni (dal 1968 al 1976) è stato un Franco Cerri immerso, vestito di tutto punto, in una vasca d’acqua distillata (sotto i vestiti aveva una muta da sub). Bastava, infatti, che versasse nel liquido il “miracoloso” detersivo “Bio Presto” (in realtà, per una migliore visualizzazione, si trattava di scaglie di polvere di marmo) che, per incanto, “lo sporco impossibile su tutto il bucato” si dissolveva.

Baker Chet -22 alle 12.49.11

“Impossibile”  è stato per Cerri liberarsi da questa etichetta di “uomo in ammollo” per farsi apprezzare nella sua vera dimensione di grande chitarrista jazz.

Non a caso ha suonato con molti grandi jazzisti: da Django Reinhardt a Chet Baker, da Billie Holiday a Dizzy Gillespie.

«La chitarra–  mi aveva detto  in un’intervista del 1994 è un veicolo attraverso il quale ciascuno può esprimere il suo pensiero. E’ come raccontare, solo che, invece di usare la bocca e le parole, uso questo strumento».

Cerri lo ha sempre fatto in punta di piedi, sommessamente, quasi in un sussurro che ricorda la ieratica essenzialità di certi mostri sacri del teatro.

Con Gorni Kramer, Quartetto Cetra, Jim Hall, Django Reinhardt e Stephane Grappelli, Dizzy Gillespie

Qual’è la situazione della chitarra jazz oggi?, avevo chiesto. «C’è una sfilza di chitarristi uno più bravo dell’altro. John Scofield, per esempio, quando fa del jazz mi fa impazzire. Poi, però, fa la fusion perchè guadagna di più. Anche George Benson si è messo a far quattrini, ma quando suona jazz è grandissimo.»

Su chi punta, invece, per il futuro? «Voglio sentire i nuovi tra qualche anno, quando faranno i jazzisti. Perché gira gira i più grandi chitarristi sono sempre quelli là: Django (Reinhardt), Charlie Christian, Joe Pass, Tal Farlow, Barney Kessel, Wes Montgomery. E Jim Hall che li riassume tutti. Sono ancora loro l’emblema della chitarra jazz. Quello che, però, mi ha fatto sognare più di tutti è Renè Thomas, un grande poeta della musica».

Era legatissimo alla sua Milano, dov’era nato il 29 gennaio 1926, e dove da ragazzo  fece mestieri come il muratore, l’ascensorista, l’aiuto fattorino e impiegato. La chitarra l’aveva scoperta grazie ad un signore che sopra casa sua  la suonava canticchiando . La prima chitarra (costata 78 lire) gliel’aveva regalata nel 1943 il padre. «Ma lui mi diceva che un maestro costava troppo, per cui ho imparato da autodidatta». Anche per questo per decenni si è prodigato ad insegnare presso la Civica Scuola di jazz di Milano.

A Milano Franco Cerri si è spento il 18 ottobre 2021.

Io e Franco Cerri nel 1994

2 commenti

  1. Uno dei grandi chitarristi jazz a livello mondiale,sicura
    mente il nostro Franco Cerri,classe 1926,che si “nasconde”
    ma non ha nessun motivo di farlo,in mezzo ai vari Joe Pass
    George Benson,John Scofield,Barney Kassel,Jim Hall per ci
    tarne qualcuno.Franco Cerri ha avuto l’onore di essere cita
    to sulla “Treccani” ovvero il Gotha enciclopedico italiano
    a livello mondiale.
    Su Franco Cerri,si può sapere tutto ed ascoltare alcuni evergreen leggendo ed ascoltando il cd allegato il volume
    “In punta di dita” edito da Gremese Editore.
    Mario Colnaghi
    giornalista

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