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Aforismi Libri Satira Valle d'Aosta

“Mi sono fatto un nome, anzi tre” di GIANNI BARBIERI

Barbieri DSCN0804Tempi duri per la satira di costume. Almeno in Valle d’Aosta, dove la realtà, con i suoi tragicomici fatti di cronaca, supera la fantasia più sfrenata, annegando le risate nella rassegnazione.

A tenerne alta la bandiera rimane lo scrittore e giornalista aostano Gianni Barbierinecessariamente spiritoso perché di sinistra») che nel 2002 ha pubblicato per la “Fantastylos” la raccolta di aforismi “Mi sono fatto un nome, anzi tre”.

Cinquantunenne, Barbieri lavora alla Biblioteca Regionale di Aosta ed ha l’hobby della scrittura, ma “vorrebbe essere scrittore con l’hobby della biblioteconomia”.

Mi sono fatto un nome.jpg blogDopo un esordio nelle radio private, ha collaborato con la Rai e tenuto rubriche satiriche su alcuni giornali locali che gli hanno permesso di “farsi un nome“. «Anzi tre– ironizza- dato che le firmavo con alcuni pseudonimi come Guercino ed Armstrong.» Da qui il titolo del libro che contiene ben 640 aforismi scritti nell’arco di vent’anni. Uno solo dei quali è in francese. «La percentuale del mio francese è, quindi, 1 su 640. Non male, in una regione nella quale il bilinguismo è una grande opportunità di tacere in due lingue.»

Pur essendo apprezzabile anche per chi non è valdostano, il libro vive i suoi momenti migliori quando fa riferimenti, più o meno diretti, al “paese dei campanacci”. Il sorriso non nasconde, in questi casi, l’amarezza di vivere in una “valle di lacrime nella quale ci vorrebbe più collirio”, dove “chi semina raccoglie, e chi non semina chiede i contributi” e dove, alla fine, ci si accorge che “contro un muro di gomma anche pisciare diventa difficile”. Il sorriso- che pure alla lettura sgorga spontaneo e, a volte, irresistibile- non nasconde l’amarezza di vivere in tempi e posti che invitano a “tirare fuori la carogna che è in noi, prima che ci pensino gli altri”. Senza, quasi, neanche più la speranza in una giustizia Superiore. Perché, nell’era delle telecomunicazioni globali, anche Lui si è adeguato: ”Dio non c’è. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico”. E l’ultimo chiuda la parentesi.

10 commenti

  1. Avendo saputo della morte di Gianni Barbieri,che apprezzavo per il suo umorismo, ho cercato notizie sul web. Ho trovato solo questo articolo. L’Ansa VDA e Aostasera non ne hanno parlato fino ad adesso che scrivo.

    1. Onestamente è vero, 12VdA è stata l’unica testata web che, seppur in due righe e solo la domenica, ha dato la notizia.
      Chiaramente chi l’ha conosciuto cercava qualcosa di più e per più tempo sul web.
      E’ umano e, secondo me, era giusto vista quanto Gianni ha dato culturalmente e umanamente alla Valle.
      Solo che da vivo la sua ironia libera era scomoda e sgradita e da queste parti tanto basta per essere archiviati (il colmo per un bibliotecario) anche da vivi.
      Per chi interessasse, domani su La Stampa uscirà un mio ricordo di Gianni

  2. Ho pubblicato anche io un ricordo (maltrattato tipograficamente) su Gazzetta matin. L’ho scritto con le lacrime agli occhi perché ho sentito volare via con Gianni un pezzo della mia libertà.

  3. Io so solo scrivere poesie, ma a lui qualche cosa la dovevo

    A Gianni

    E nel tempo
    non si trasferiranno più le rondini
    calcheranno le scene
    i ricordi dei tuoi passi
    che non si fermano nel suolo
    e non lasciano tracce

    Ma le tue tracce
    quelle profonde e intense
    sono già state lasciate
    e mi sfugge da quanto
    perché non ti ha guidato il tempo
    né ti ha inseguito il segno

    Ho verniciato i miei occhi
    di una vernice trasparente
    ed ho ricalcato le scene
    per rivedere passi
    e piccole deviazioni
    nascoste tra le tracce

    C’è un solo segno
    perennemente positivo
    nei tuoi brevi calcoli
    e con la matita tracci cerchi
    da seguire con entusiasmo
    e passione

    Mi mancheranno le tue pagine
    mi mancherà quel cielo
    che solo il tempo riempie
    e che teme solo il nulla
    mi mancheranno i sogni
    disegnati a matita

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