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MUSICA Sicilia

La musica “piccante” di ROY PACI

Paci Roy IMG_5006Paci Roy IMG_4750«Devo confessarvi che in dieci anni di attività con gli Aretuska è la prima volta che ci troviamo a suonare di fronte ad una platea piena di sedie,  comunque, fin dal primo pezzo, ci siamo resi conti che quello di Aosta è un pubblico bello caldo.» Così ha esordito il trombettista Rosario “Roy” Paci sabato 18 luglio nel corso del concerto in cui, coi suoi “Aretuska”, ha scatenato il pubblico accorso al Teatro Romano per la rassegna “Aosta Classica”. Un ritorno, il suo, in una città alla quale è legato dall’assonanza con il paese natale (Aùsta è la pronuncia siciliana di Augusta, il comune in provincia di Siracusa in cui è nato), ma anche per avervi suonato ad inizio carriera. «Fu, tantissimi anni fa, coi “Qbeta”.– mi ha confessato- Ricordo che suonai al “Duit” gestito dai fratelli Calì che recentemente ho incontrato nuovamente.» Da quelle prime esperienze ha preso le mosse una carriera folgorante che lo ha visto suonare dappertutto e con chiunque: da Manu Chao a Jovanotti, dal Sud America al Senegal.

Possiamo dire che mai come nel tuo caso vale il detto siciliano “cu nesce arrinesce”(chi esce riesce: n.d.r.)? «Effettivamente da quando ho imboccato lo Stretto di Messina non mi sono più fermato. Sono avido di esperienze nuove e questa irrequietezza mi ha dato una visione musicale a 360°. Non dimentico, comunque, mio nonno che diceva “prima di correre hai a sapiri camminari”, per cui sono ancora legato alla tradizione.»  Paci Roy IMG_5086Come sei arrivato allo ska che ha a lungo caratterizzato la musica dei tuoi “Aretuska”?  «Quando li ho formati venivo dal jazz e ancora non cantavo, per cui grazie al ritmo in levare volevo movimentare i pezzi strumentali rendendoli ballabili, in modo che la musica diventasse divertente e sfiziosa. Su questa base ho, poi, inserito tutta una serie di influenze musicali prese nel mio peregrinare nel mondo.» E’ così arrivato il successo con la partecipazione a programmi televisivi come “Markette” di Piero Chiambretti e, soprattutto, “Zelig” che ha visto Roy Paci & Aretuska “resident band” ed interprete delle sigle “Viva La Vida” nel 2005, “Toda joia toda beleza” nel 2007 e “Defendemos la Alegria” nel 2008. Dietro la scanzonata allegria del gruppo c’è, però, anche un impegno sociale che ad Aosta si è espresso con il ricordo della strage di Via D’Amelio, nella quale il 19 luglio 1992 morì il giudice Salvatore Borsellino. «I primi anni ci vestivamoda mafiosi e parlavamo come “padrini”  per sfottere un certo stereotipo di mafioso. Adesso, sdoganato il messaggio, non lo facciamo più, ma abbiamo mantenuto un grosso impegno sociale nei confronti del territorio siciliano. Utilizzando il palcoscenico riusciamo, infatti, a portare alla luce tematiche come il potere gestito in modo mafioso dalla “malarazza” che cantiamo in una canzone. Ma, anche, come il “Global Warming”, a cui è dedicato il tour di quest’anno. Si tratta di un gioco di parole che da una parte sottolinea il surriscaldamento del pubblico dei nostri concerti e dall’altra richiama l’attenzione sui disastri ecologici che sto vedendo anche in Puglia dove mi sono trasferito. La nostra ricetta è speziare di ironia i contenuti.» A proposito di ricette e di spezie, è vero che la benzina della tua vitalità è il peperoncino? «Sì, ne consumo anche trenta grammi al giorno. E’ gentilmente offerto dall’”Accademia del Peperoncino” di Diamante che mi ha conferito la laurea honoris causa per la diffusione della cultura piccante nel mondo.»

Michele Minerva e Gaetano Santoro IMG_4881Massimo Marcer IMG_4885Giorgio Giovannini IMG_4871

Il video di “MALARAZZA” suonata ad Aosta

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