Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri…
E’ l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. E’ rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’ultima rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. Perciò considero il calcio l’unico grande rito rimasto al nostro tempo…
Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio… Anche per la lingua del calcio si possono fare distinzioni del genere: anche il calcio possiede dei sottocodici, dal momento in cui, da puramente strumentale, diventa espressivo. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi, darò alcuni esempi:
BULGARELLI– gioca un calcio in prosa: egli è un “prosatore realista”
RIVA– gioca un calcio in poesia: egli è un “poeta realista”
CORSO– gioca un calcio in poesia, ma non è un “poeta realista”: è un poeta un po’ maudit, extravagante
RIVERA– gioca un calcio in prosa, ma la sua è una prosa poetica, da “elzeviro”
Anche MAZZOLA è un “elzevirista” che potrebbe scrivere sul “Corriere della Sera”, ma è più poeta di Rivera: ogni tanto egli interrompe la prosa e inventa lí per lí due versi folgoranti