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RETURN TO FOREVER IV: il Dream Team del jazz elettrico conquista anche il Forte di Bard

Al settantantenne pianista americano Armando Anthony Corea, più conosciuto come Chick, l’Italia piace. E non solo per le sue origini siciliane. Viene spessissimo a suonarvi, gustando, tra l’altro, molto i piaceri della tavola. E’ successo anche in Valle, dove è venuto più volte portandosi dietro amici famosi. Il 5 maggio 1992, per esempio, strabiliò il Teatro Giacosa di Aosta con la pirotecnica “Elektric Band”. Il 23 luglio 2009 fece, invece, tappa al Teatro Romano proponendo, con il vibrafonista Gary Burton, una musica più cameristica e riflessiva.

Lo scorso 15 luglio, infine, è sbarcato al Forte di Bard con i “Return to Forever IV”, un vero e proprio Dream Team formato da cinque dei migliori strumentisti del mondo: oltre a Corea, alle tastiere, Frank Gambale (chitarra), Stanley Clarke (basso), Lenny White (batteria) e Jean-Luc Ponty (violino). Un concerto-evento che ha scatenato l’interesse degli appassionati, al punto che il penultimo appuntamento della rassegna “Musicastelle in Blue” è andato immediatamente “sold out”.

Il “IV” del nome si riferisce all’ennesima reincarnazione di un gruppo che, nella prima formazione, tra il 1972 e il 1977 spopolò come uno dei massimi esempi di jazz-rock. Ne è anima e principale compositore Corea, che, dopo essere stato, con il suo Fender Rhodes, uno degli artefici della svolta elettrica di Miles Davis, fondò il gruppo per una voglia di “comunicare meglio col pubblico” conseguente all’adesione, nel 1972, a Scientology. Anche il nome “Return to Forever” fu influenzato dalla “filosofia dello spirito di Ron Hubbard” e lo stesso Stanley Clarke, l’altro membro fondatore, fu “convertito” a Scientology (per staccarsene nei primi anni Ottanta). Filosofia a parte, la musica che il gruppo produsse fu di prim’ordine anche grazie a virtuosi come il chitarrista Al di Meola e il batterista Lenny White che ne completarono il quartetto tipo.

Dopo trent’anni di stop (con episodiche reunion), dal 2008 i “Return to Forever” sono tornati in attività. La formazione “IV” si è formata nel 2010, quando a Corea, Clarke, e White si sono uniti il chitarrista italo-australiano Frank Gambale e il violinista Jean-Luc Ponty (francese, anche se, scherzosamente, White lo ha collocato a “Paris, Texas”). Immediatamente le recensioni dei loro concerti hanno cominciato a parlare di “jazz elettrico ai suoi massimi livelli” e di “concerti mai visti”.

Lo ha confermato il concerto di Bard in cui, tra una gigioneria e l’altra, hanno maramaldeggiato su 850 aficionados con virtuosismi assortiti ed una gioia di suonare neanche minimamente incrinata dall’età (il più giovane è il cinquantunenne Gambale, il più anziano Corea che il 12 giugno ha compiuto 70 anni). Accanto a riletture dei classici del gruppo (dall’iniziale “Medieval Overture” a “Romantic Warriors”, da “Senor Mouse” a “Shadow Of Lo”) il gruppo ha proposto qualche nuova composizione e cavalli di battaglia dei singoli membri. Ecco, quindi, “Fiesta” e “Spain” di Corea (quest’ultima riproposta nell’arrangiamento di “Light as feather”, con l’intro del “Concerto di Aranjuez” suonato da Corea e Ponty), “Renaissance” di Ponty e, soprattutto “School Days” di Stanley Clarke che ha concluso il concerto in un’atmosfera di eccitazione collettiva.                                                                                  

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