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Cantautori

Sull’altalena emotiva di SIMONE CRISTICCHI alla Cittadella di Aosta

La seconda edizione del “Little City Contest” si è conclusa il 5 agosto con un concerto, alla Cittadella dei Giovani di Aosta, della valdostana Naïf Herin e di Simone Cristicchi. L’ultima volta del cantautore romano ad Aosta era stata il 3 giugno 2010, quando aveva vinto il Premio Mogol (ex aequo con Edoardo Bennato) per il testo della canzone “L’ultimo valzer”. In quell’occasione Mogol aveva commentato: «è una poesia che avrebbe potuto scrivere Charlie Chaplin, che sapeva come fare ridere e piangere nello stesso tempo». E’ una caratteristica che accomuna tutta la produzione di questo abilissimo “fabbricante di canzoni” che sa conciliare, come pochi, il suo lato romantico e nostalgico con quello più scanzonato e pungente.

«La cifra stilistica dei miei dischi e del concerto di Aosta è proprio questa altalena emotiva.– ha ammesso, prima del concerto, Cristicchi- Al punto che lo definisco un concerto “all inclusive”, per cui, sulla falsariga di Gaber, passerò da pezzi scanzonati come “Meno male” e “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” a “Ti regalerò una rosa”, intercalandoli con monologhi tratti dai miei spettacoli teatrali.» Tra questi un breve estratto di “Li Romani In Russia”, il monologo teatrale che racconta le peripezie dei romani della Divisione “Torino” in Russia, durante la seconda guerra mondiale (lo spettacolo sarà, tra l’altro, in cartellone nella prossima “Saison Culturelle”). «Tra quei romani c’era mio nonno Rinaldo che, seppur con un principio di congelamento, è stato uno dei pochi a tornare. Mi piace scavare nella storia delle persone con un approccio puro, senza pregiudizi, e, poi, mettere assieme il mosaico di memorie raccolto

Quando, però, lo stesso metodo lo ha usato per fatti a noi più vicini, come quelli della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001 a Genova, ne è nata una canzone, come “Genova brucia”, premiata da Amnesty International ma che, nello stesso tempo, gli ha creato molti problemi: con l’amministrazione di Villadose, sede del premio, che ne ha preso le distanze considerandola “una scelta avventata”, ma, anche coi sindacati di Polizia. «In realtà molti poliziotti mi hanno dato ragione sull’esistenza di certi loro colleghi in po’ esaltati.– ha raccontato- La canzone ha acceso gli animi perché ha messo sotto i riflettori, rendendoli fruibili a un gran numero di persone, gli atti processuali. Quando l’anno scorso sono stato a Genova, dopo averla cantata al concerto del 1° maggio a Roma, ho dovuto essere scortato del servizio d’ordine di MTV.» Tra i grandi successi, che ha eseguito ad Aosta in versione minimale con il chitarrista Riccardo Corso e il tastierista e fisarmonicista Riccardo Ciaramellari, c’e stata anche la sempre attuale “L‘Italia di Piero”. «In effetti è sempre più l’Italia dei “cazzari” descritti nel pezzo.– ha concluso- In questo periodo è uno dei miei video più cliccati, sarà un segno dei tempi?»                                                                                      

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