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Poesia

PERCHE’ NON E’ PER TUTTI FACILE CAPIRE LA POESIA

Spesso il linguaggio della poesia respinge tanti lettori, perché, leggendo una poesia, non la si capisce mai tutta subito. Ma, in fondo, anche la vita è così: dobbiamo accettare di non capirla tutta subito, ha dentro di sé qualcosa di enigmatico che resiste. Al di là della grande frattura, fra poesia e grande pubblico, verificatasi dopo il romanticismo, non c’è dubbio che la poesia vuole rimanere in uno sconcerto, in una sospensione, non può essere espugnata completamente. Tanto meno alla prima lettura. Ti chiama, in qualche modo, dentro a partecipare, a farti trovare. E, devo dire, non tutti hanno questa possibilità. Non ce l’hanno dal punto di vista emotivo, prima ancora che dal punto di vista intellettuale. E in fondo è anche giusto, perché la poesia deve essere aspettata e partecipata. E’ anche vero che può colpirti in modo intuitivo, potentissimo e istantaneo, ma ha pur sempre bisogno di qualcuno che faccia la strada, che faccia le fondamenta e la casa di mattoni per arrivare all’ultimo piano a cui tu sei arrivato istintivamente. E, secondo me, non tutti possono farlo. E, forse, è anche giusto così. Molti hanno delle opacità, dei silenzi, delle oscurità addirittura confortevoli, se non mortificanti, e in questa confortevole mortificazione possono vivere decenni e decenni senza che la poesia possa insospettirli.

Da PASSIONI- “La poesia come esperienza” di Filippo La Porta e Paolo Febbraro

4 commenti

  1. Amo lo scrivere e le poesie che “sento” le trascrivo a mano in un libro bianco rilegato in giallo.

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