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Musiche del mondo

La zucca che fa miracoli di MORY KANTE

1 Mory Kante (by Gaetano Lo presti) 2012-12-07 23.33.501 Kante (by Gaetano lo Presti) 2012-12-07 22.32.18Come nelle migliori favole, anche per il sessantaduenne musicista guineiano Mory Kante la zucca è stata protagonista di un miracolo. Nel suo caso si tratta della mezza zucca svuotata e ricoperta di pelle di antilope che costituisce la cassa di risonanza della kora, il caratteristico strumento a corde africano che lo ha portato al successo e che ha suonato anche il 6 dicembre al Teatro Giacosa di Aosta per la Saison Culturelle.

Nato in una famiglia di griots (la casta della cultura mandinga dedita alla musica), Kante rimase affascinato dal suono della kora ascoltando per radio Batourou Sekou Kouyate, che, in seguito divenne il suo padre spirituale. Fu lui a regalargli lo strumento che suona tutt’ora, dicendogli: «Possa questa kora nutrire te e i tuoi figli e i tuoi nipoti.» Mai profezia fu più azzeccata visto il grande successo che è arriso a Kante, il cui più grande hit, la canzone “Yéké Yéké“, nel 1987 ha veduto più di un milione di copie nel mondo. «Quando uno ha la gioia dentro di sé– ha spiegato prima del concerto aostano- la può esprimere in vari modi: gridando, cantando o, ancor meglio, ballando. Lo yéké yéké è questo movimento (e mentre spiegava ha accennato una mossa che ricordava il twist degli anni Sessanta:n.d.r.) che, in qualche modo, trasmette gioia agli altri.»

1 Kante (by Gaetano Lo Presti) 2012-12-07 22.20.47-1Con il pubblico del Giacosa qualcosa non è, peró, andato per il verso giusto, visto che, nonostante una coinvolgente esibizione ed i ripetuti inviti, sono stati ben pochi quelli che si sono alzati dalla loro poltroncina per ballare. La colpa non è, comunque, stata di Kante o della gioiosa (e numerosa) band che lo accompagnava nella quale strumenti tradizionali africani, come kora, balafon e tamburi, si sono mescolati con una pulsante ritmica rock e una sfavillante sezione fiati. «La musica africana non può stagnare,– ha ribadito Kante- deve, come ha sempre fatto, trovare soluzioni nuove. Così io in ogni album ho cercato di mettere qualche innovazione che lasciasse il segno. Nell’ultimo,“La Guinéenne”, per modernizzare il sound, ho , per esempio, usato un po’ di strumenti a fiato che hanno sempre avuto un posto importante nell’energia della musica africana. Ma anche il rock fa parte della nostra tradizione, e nei villaggi facciamo un rock ancor piú duro e ritmato di quello americano

1 Mory Kante (by Gaetano Lo Presti) 2012-12-07 23.43.48-1Esplosiva, poi, l’ esibizione di Kante che, oltre a cantare, ha dato un saggio della sua perizia alla kora. «E’ qualcosa di più di un semplice strumento.– ha precisato- La suona il griot che è quello che conosce meglio il corpo dell’uomo, non solo la parte fisica, ma, anche, spirituale, e la musica della kora è un po’ come il sangue che scorre nel nostro corpo. Ha una storia e un’anima, e vale e serve a qualcosa

Gran parte del concerto aostano è stato dedicato alla presentazione dei pezzi de “La Guinéenne”, il cd, pubblicato quest’anno, che Kante ha dedicato a tutte le donne del mondo. «Pago un tributo alle donne del mondo, la cui importanza nel progresso dell’umanità è, purtroppo, spesso ricambiata con l’emarginazione e la sopraffazione. E’ stato così anche in Guinea, ma adesso sono libere come noi, e ci sono donne che, in quanto griot, suonano la Kora, cosa prima era riservata agli uomini. E alcune sono veramente brave

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