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Musiche del mondo

A Bard la tristezza fatta danza di TOQUINHO E CAMILLA FAUSTINO

Toquinho e Camilla Faustino

50 anni di successi” è il nome del tour che dal 27 luglio il cantautore brasiliano Toquinho sta portando in giro per l’Italia, accompagnato sul palco dalla splendida voce di Camilla Faustino. La sera del 31 luglio ha fatto tappa al Forte di Bard nell’ambito della rassegna Aosta Classica al Forte di Bard.

Nella stessa location che 12 anni fa aveva visto l’ultima esibizione valdostana di Toquinho, all’epoca nell’ambito della rassegna MusicaStelle. Anche in quell’occasione aveva concluso il concerto con “Acquarello”, il suo successo italiano più grande, presentato al Festival di Sanremo (come ospite) del 1983, quindi giusto 40 anni fa. Scritta con Maurizio Fabrizio e Guido Morra, vi aveva, inconsapevolmente, ripreso “Uma rosa en minha maõ”, composta anni prima con Vinicius De Moraes. «Canzone fatalista», come l’aveva definita Bard, che piace tanto ai bambini anche se il finale è piuttosto amaro (“Siamo solo un acquarello che scolorirà”).

E’ uno dei tanti successi del settantaseienne brasiliano Antonio Pecci Filho, meglio conosciuto come Toquinho, che, come diceva il suo amico Vinicius, ha fatto della vita l’arte dell’incontro. Fin da giovane ha avuto, infatti, la fortuna di collaborare con gente come Paulinho Nogueira, Chico Buarque de Hollanda, Gilberto Gil e Antonio Carlos Jobim. Praticamente la storia della musica brasiliana. Ci ha preso talmente gusto che ne ha scritto un pezzo anche lui, specie da quando, nel 1970, ha incontrato il poeta Marcus Vinícius da Cruz de Mello Moraes. Un “cattivo esempio per la gente come noi” (come Toquinho canta in “Samba pra Vinicius”), ma, anche, uno che gli ha aperto molte porte. Con lui ha composto un centinaio di canzoni. A cominciare da “Tarde Em Itapoã”, il cui testo era destinato ad essere musicato da Dorival Caymmi e che, invece, il cantautore gli sottrasse furtivamente, conquistandolo alla fine col risultato finale.

Un decennio di lussureggiante creatività in cui abbondarono i capolavori, alcuni cantati anche a Bard. Soprattutto quelli contenuti nell’incantevole disco registrato nel 1975 con Ornella Vanoni: da “La voglia, la pazzia” a “Samba della rosa”, da “Senza paura” a “Un altro addio”. Ha cantato anche “Io so che ti amerò” in cui Tom Jobim aveva musicato il più bell’inno all’amore eterno di Vinicius (che, però, razzolando male, si sposò ben 9 volte). Anche il loro perfetto matrimonio artistico finì. Nel 1980, quando Vinicius morì. «Aveva il pregio che, pur con tutta la maestria del poeta colto, sapeva fare cose popolari, perché condivideva con me l’idea di fare canzoni semplici. Il che non vuol dire facili, perché la semplicità è molto difficile da ottenere. E’ piuttosto una forma pulita di fare canzoni che viene da maestri come Caymmi e Jobim e ha prodotto pezzi che sono rimasti nel tempo».

Molti di questi pezzi che hanno fatto la storia della MPB (musica popolare brasiliana) Toquinho, o meglio “Toco”, come amava chiamarlo De Moraes per via della voce calda e del tocco delicato sulla chitarra, li ha interpretati nelle quasi due ore di spettacolo di Bard.

Alcune da solo, altre insieme alla coppia ritmica formata da Mauricio Zottarelli (batteria) e Itaiguara Mariano Brandao (basso) e, soprattutto, con l’incantevole voce della giovane Camilla Faustino. Anche lei con ascendenze italiane, come del resto Tonino, come lo chiamava la mamma, che vanta antenati che spaziano dalla Calabria al Molise, dalla Basilicata al mantovano.

Amore per la terra d’origine che ha influenzato anche la sua vena melodica e che a Bard si è espresso nel medley “Anema e Core / Roma nun fa la stupida stasera”, che nella sua versione sembrano essere stati scritti a Rio de Janeiro. « Qualunque canzone può diventare una Bossa Nova– ha spiegato-Perché, come ci ha insegnato Joao Gilberto, la Bossa Nova non è un tipo di canzone ma un modo di suonare, rendendo una certa atmosfera musicale».

Il finale, coi bis invocati da un pubblico poco numeroso ma caloroso, è stato in bilico, come tutto il concerto, tra “Tristeza” e “Felicidade”.

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