Nella poesia ”À la corala” il gressanin Marco Gal ha scritto che il mondo della coralità è fatto di artisti “que deman alleran a l’usina, i licé, o pe le tsan (che domani andranno in fabbrica, al liceo o nei campi)”, per ritrovarsi la sera a far musica “comme fréyes deun eun’ar primordiala, magara la pi pura (come fratelli in un’arte primordiale, forse la più pura)”.
Sembra scritta apposta per il suo compaesano Pierino Brocard, figura importante della musica valdostana, che nella notte tra il 14 ed il 15 febbraio, all’età di 89 anni, è mancato.
«La musica è sempre stata la mia passione.– confessava- Un amore scoppiato da giovane, cantando in famiglia quando si facevano le veillà o si andava a zappar le vigne. Ho, poi, suonato la tromba nella Banda di Gressan, e ho imparato, infine, a suonare l’organo, perfezionandomi con don Luigi Gal, organista della Cattedrale.»
Dal 1948 cantò nella Cantoria, della quale nel 1956 divenne l’organista. Nell’ambito della cantoria, nel 1958 fondò la Corale Louis Cunéaz che ha diretto per mezzo secolo. Dal 1960 ha, poi, fatto parte, come armonica “accompagnemen”, dei Frustapot de Gressan, che per un periodo ha anche diretto.
Tra le composizioni di Broccard spicca “La Voix de Gressan”, vero e proprio inno del paese («Gressan Gressan pays chèri, sois mon amour toujours toujours»).
Pierino ha anche mantenuto viva in Valle la tradizione del Tubo, antico strumento utilizzato nelle funzioni religiose prima che si diffondessero harmonium e organi. «E’ un tubo di lamiera– spiegava- che serve ad accompagnare il canto con il faux bordon. Si usava, in particolare, per accompagnare il “Gaude Flore”, un inno che è tradizione cantare nella cappella di Moline per ringraziare la Madonna che nell’Ottocento sembra abbia salvato la frazione dall’alluvione».
L’ha suonato per anni nella messa del pomeriggio di Pasqua, e, una volta, anche nella Cattedrale di Aosta con il Coro Chanoux.
I funerali di Pierino Brocard saranno celebrati nella chiesa parrocchiale di Gressan venerdì 17 febbraio alle 14.30.
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