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ROSSANA PODESTA’: Walter (Bonatti) ha riempito tutti i miei sogni

Si può dire che per l’attrice Rossana Podestà il Mito sia sempre stato ordinaria amministrazione. Fin da giovanissima, quando venne lanciata nel firmamento cinematografico mondiale da film mitologici come “Ulisse” (con Kirk Douglas) e il kolossal “Elena di Troia” (per il quale nel 1956 ottenne la parte da protagonista superando la concorrenza di attrici come Liz Taylor e Ava Gardner).

Con Brigitte Bardot in “Elena di Troia”

E’ seguita una carriera di tutto rispetto che l’ha vista passare da “Guardie e ladri” (con Totò) al filone di “Sette uomini d’oro”, fino ad una serie di fortunate commedie erotiche dirette, negli anni Settanta, dall’ex marito Marco Vicario (da “Homo Eroticus” a “Paolo il caldo”). «Ho fatto l’attrice per caso perché volevo comprarmi una Vespa.- ha confessato- Purtroppo è un  mestiere che è fatto di sabbie mobili, dalle quali, una volta che rimani invischiato, è difficile liberarsi. Vicario mi ha spinto a fare questo filone di film commerciali che mi ha fatto disamorare del cinema. Sono convinta che avrei potuto fare molto di più rispetto ai ruoli che mi richiedevano di bella ragazza che si limita a dire, più o meno bene, delle battute.»

Amare considerazioni che il 5 agosto 2009 la Podestà, però, fece con il viso illuminato da una gioiosa serenità. Per capirne il motivo bastava seguirne lo sguardo e vedere con quale tenerezza fissava, poco distante, un altro Mito, quel Walter Bonatti col quale era venuta a Courmayeur per l’inaugurazione della Mostra “Barbara Tutino dipinge Walter Bonatti”. Da 28 anni, infatti, la Podestà è la compagna, appagata, del grande alpinista ed esploratore bergamasco.

«Nel 1980 un giornalista mi chiese con chi avessi voluto fuggire su un’isola deserta, ed io risposi Bonatti che era il mio Mito perché era riuscito a fare la vita che avrei desiderato. Dopo qualche tempo ricevetti una sua lettera nella quale si dichiarava pronto a portarmici. Ne conosco tante di isole deserte…, aggiungeva. Eravamo entrambi single, per cui decidemmo di conoscerci dandoci appuntamento a Roma davanti all’Ara Coeli. Solo che all’orario stabilito non lo vidi arrivare. All’epoca non c’erano ancora i cellulari, per cui aspettai, finché due ore dopo mi venne un sospetto e, girato l’angolo, lo vidi davanti all’Altare della Patria, che aveva confuso con l’Ara Coeli, intento a difendere la posizione da un nugolo di vigili che volevano spostasse l’auto. Al che, arrabbiata, gli dissi: ma che razza di esploratore sei che non riesci a trovare una persona a Roma?»

Iniziò in questo modo turbolento un grande amore che la Podestà descrisse con parole incantate. «Ma lei si rende conto che Walter ha riempito tutti i miei sogni? Tra noi si è creata una rara alchimia cementata dalle avventure condivise in tutto il mondo. Indubbiamente non è uno zuccherino, perché per anni ha lottato coi particolari che per lui volevano dire la vita piuttosto che la morte. Ma io ho le spalle larghe e ormai non saprei che ne sarebbe della mia vita senza di lui.» Cosa ne pensa della serie di quadri che la Tutino ha fatto su Bonatti?«Il difficile del ritratto di un uomo è rendere l’espressione degli occhi, e, invece, negli occhi che Barbara ha dipinto io riconosco l’anima di Walter. Nel quadro che ho comprato  lui, più che essere copiato da vecchie fotografie, è interpretato, con il corpo, non ben delineato, che si fonde con la natura della giungla. Lì ho riconosciuto Walter immerso nell’intrico della sua vita.»

La storia continua e, purtroppo, si conclude quì: http://gaetanolopresti.blog/2011/12/13/a-courmayeur-epoca-ricorda-walter-bonatti-uno-che-ha-fatto-epoca/

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