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LUCCHESINI, MIRABASSI e quel gran “ladro” di DOMENICO SCARLATTI

Lucchesini-Mirabassi IMG_1600L’occasione fa l’uomo ladro, ma fa, anche, il grande musicista. Che, poi, è la stessa cosa. Almeno a stare a sentire il clarinettista Gabriele Mirabassi che lo scorso 3 agosto si è esibito, con il pianista Andrea Lucchesini al Teatro Romano di Aosta per la rassegna “Aosta Classica”. «Credo che la musica sia uno dei pochi campi in cui il termine “ladro” sia un complimento più che un reato. – ha detto prima del concerto- I grandi musicisti hanno rubato, per amore, dai loro predecessori, trasformando le loro musiche in qualcosa di nuovo. E, in fondo, un jazzista onesto fa il “ladro” tutta la vita.» Grandissimo “ladro” di musica è stato anche Domenico Scarlatti, musicista barocco che, nel corso del suo peregrinare, raccolse materiali popolari del Sud Italia e della penisola Iberica coi quale nutrì di passione le sue sonate per clavicembalo. Sono state queste il punto di partenza per il progetto In viaggio con Scarlatti” che Lucchesini e Mirabassi hanno portato ad Aosta. «Scarlatti era un compositore totalmente visionario– ha continuato Mirabassi- con un rapporto quasi carnale col suono e la melodia che ha lasciato una forte impronta nella musica popolare brasiliana. Quando, infatti, è stato Maestro di cappella della corte portoghese, è stato l’iniziatore della scuola di musica classica brasiliana. E’ per questo che lo abbiamo fatto “migrare” in Brasile grazie alle riletture per clarinetto e pianoforte di sue sonate opera del brasiliano Andre Mehmari». Nato clarinettista classico, Mirabassi ha usato il linguaggio jazz per muoversi ai confini di vari linguaggi musicali, finché, qualche anno fa, è stato folgorato dalla musica brasiliana. «In Brasile ho trovato la quadratura del cerchio, perché si tratta di una musica afroamericana come il jazz ma in cui, però, la parte europea che ha impattato con quella americana non è stata anglosassone, come nel jazz, ma iberica con componenti arabe e italiane. E, poi, in Brasile il confine tra musica popolare e colta è molto più labile che da noi, perché la musica popolare è quanto mai viva e ha quella funzione identitaria che aveva ai tempi di Scarlatti che, purtroppo, in Italia si è completamente persa.» A cercare di recuperare questo spirito della musica è anche Andrea Lucchesini, prestigioso pianista classico che con Mirabassi divide l’amore per la musica barocca, per il Brasile e per Scarlatti, individuato da entrambi come ponte di connessione tra le due culture. «Sono cresciuto-spiega Lucchesini- sentendo la mia insegnante Maria Tipo suonare Scarlatti, per cui lo suono anch’io spesso in concerto. Per le sue sonate parlò di “gioco ardito” perché all’epoca era abituale improvvisare su un basso. In questo progetto c’è l’essenza della musica che è condivisione con gli altri e scambio di informazioni musicali. Un gioco di squadra che si esalta quando si incontrano musicisti come Gabriele che, oltre ad essere bravi, si tirano dietro nuovi mondi musicali.»

Mia intervista a Mirabassi e Lucchesini in un video di Michelangelo Buffa

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