Non è servita a molto la formula propiziatoria usata da Niccolò Fabi per aprire il concerto che il 18 luglio ha tenuto in frazione Ozein di Aymavilles per la rassegna “Musicastelle Outdoor”. Il “padrone della festa” non ha, infatti, ascoltato il cantautore romano e la meravigliosa cornice naturale agli oltre 1500 metri di località Vers le Pré si è trasformata in una “rogna” per l’arrivo di una pioggia insistente che, trasformatasi in un vero e proprio temporale, lo ha costretto interrompere a metà il concerto, con una subacquea “L’amore non esiste”, finita “un po’ così” tra un “porco Giuda” ed un saluto “a Daniele (Silvestri) e Max (Gazzè) ovunque voi siate”.
Dopo avere condiviso coi due compari un anno straordinario, nato con il cd “Il padrone della festa” e culminato con il concerto all’Arena di Verona, Fabi ha deciso, infatti, di tornare sui palchi estivi in veste acustica, in parte da solo ed in parte, come nel caso di Ozein, con lo GnuQuartet.
«Questo tipo di concerti, a contatto con la natura, mi piace perché è fuori dalla liturgia del concerto.– mi aveva spiegato prima del concerto– Credo, poi, che un artista come me, che ha una chiave di comunicazione più diretta e fa un genere musicale meno costruito, possa darvi il meglio di sé.»
Pezzi come “Offeso”, “E’ non è”, “Il negozio di antiquariato” o “Giovanni sulla terra” (scritta ed interpretata con un dulcimer regalatogli per il compleanno dello scorso anno). O, ancora, “Una buona idea”, in cui si è emozionato trasformando uno dei ritornelli “mi basterebbe essere padre di una buona idea” in un commovente “mi basterebbe essere padre” che in molti hanno associato al ricordo della figlia Olivia morta, nel 2010, a soli 22 mesi.
E’ quello che hanno fatto il migliaio di persone che sono salite a Ozein e, almeno i fedelissimi, sfidato il temporale stringendosi con lui sotto il gazebo che faceva da palco per sentirlo ripetere “ma esistiamo io e te e la nostra ribellione alla statistica, un abbraccio per proteggerci dal vento, l’illusione di competere col tempo.”
Molte le donne, grandi estimatrici del mix di delicatezza e sensualità del suo mondo sonoro. «Nei miei pezzi è molto importante la componente ritmica. – mi aveva, non a caso, spiegato- Anche in quelli dove percorro vie più poetiche ed intime e dove è mimetizzata nelle pieghe dello sviluppo melodico e dell’armonia. E’ la parte più sensuale e pelvica della mia musica che ha fatto sì che un mio amico mi abbia definito “poeta pelvico”.»