Una decina di bare, portate dalla Dora in piena, incagliatesi sotto il ponte di Chambave. Questa foto, che scattai il 15 ottobre 2000, simbolizza al meglio l’alluvione che ha duramente colpito la Valle d’Aosta tra il 14 ed il 16 ottobre del 2000. Diciassette morti, danni per mille miliardi e settemila sfollati furono il terribile bilancio. Ma ad essere sconvolta fu tutta l’Italia Nord-occidentale, tanto che anche in Piemonte si contarono 4 morti.
Sono, per esempio, caduti nell’oblio i risvolti giudiziari per “omicidio plurimo colposo” dei geologi o gli episodi di corruzione avvenuti durante la ricostruzione. Niente di nuovo sotto il sole, come sosteneva Ralph Waldo Emerson la Storia è scritta da chi governa per risucchiare il vecchio scomodo in quello che lui chiamava “l’inevitabile abisso che la creazione del nuovo apre”. Per altri versi nel mare magnum di iniziative ci si è dimenticati di aspetti forse minori, ma che al momento ebbero un’importante, salutare, risonanza emotiva. E’ il caso della Musica, dalla quale vennero i primi segnali di rinascita. Ironia della sorte furono proprio quei tamburi che in Africa evocano, a volte, la pioggia, ad esorcizzare, in Valle l’alluvione. Fin dal 18 ottobre, infatti, i percussionisti dell’associazione “Tamtando” cominciarono ad animare i pomeriggi dei bambini delle zone alluvionate sfollati nella caserma “Testafochi” di Aosta. Quasi per nemesi storica, è stata, poi, la musica a rimandare un’immagine meno edulcorata dell’evento con la canzone dei “Los Bastardos” “Fino in fondo” che mise il dito sull’iniziale sottovalutazione del pericolo (“telegiornale rassicura, non c’è da allarmarsi, niente di preoccupante).
…FINO IN FONDO di Lothar Benso Nieddu-Erik Noro (2002)
telegiornale rassicura
non c’è da allarmarsi
niente di preoccupante
Ma
stranamente insistente
quest’acqua filtra dappertutto
arriva ora fino sotto al letto
trasuda dal muro
(perché?)
e il mio piede dolcemente
sprofonda nel fango
non c’è più tempo
per aspettarti
Prendi la corda o mi butto giù
Muoio con te
Scappa via
E’ notte fonda e più nessuno arriverà
un rumore sordo preannuncia
E sassi e melma sopraggiungeranno!
Forse è meglio andar via
Forse Maria i tuoi figli è meglio salvare
Prendi quello che rimane e scappa
Prendi il meno possibile e scappa
Non ho più tempo
non c’è più tempo
per aspettarti
Prendi la corda o mi butto giù
Muoio con te
Scappa via
Esce il torrente e valanga di fango
La stanza travolgerà
Evacuare le case o questo paesino
La notte non passerà
Forse è meglio andar via
Forse Maria i tuoi figli è meglio salvare
Prendi quello che rimane va via
Forse Maria, forse è meglio andar via
E allora scappa via.