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Cinema SOCIETA'

Il film “IO STO CON LA SPOSA” all’Espace Populaire di Aosta

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1 Gabriele Del Grande 4375471_1473834585275308289_nTutto è nato dalla tavola rotonda “L’immigrazione clandestina da Mare Nostrum a Triton” che si è svolta, nel pomeriggio di lunedì 17 novembre, nell’aula magna dell’Università della Valle d’Aosta.

Organizzata dal Dipartimento di Scienze economiche e politiche in collaborazione con la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale, ha trattato le sfide poste all’Unione europea dal controllo sulle frontiere esterne.

Io sto con la sposa 50799Tra i relatori c’era Gabriele Del Grande, giornalista, curatore del blog “Fortress Europe”, ma, anche regista e protagonista del film documentario “Io sto con la sposapresentato, il 4 settembre scorso, nella sezione “Orizzonti” della 71^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.  

Approfittando della sua presenza ad Aosta, Silvia Berruto di “Giornalisti contro il razzismo” ha organizzato  una proiezione all’Espace Populaire, alla presenza di Del Grande. Un’iniziativa “al brucio” che ha, comunque, registrato una grande affluenza di pubblico, che, come le altre platee italiane,è inevitabilmente entrato in empatia coi protagonisti della grande fuga “in cerca solo di un po’ di pace” che il film racconta .

La storia è, infatti, incentrata sul viaggio, realmente accaduto, di cinque siriani palestinesi in fuga dalla guerra e dalle leggi italiane (per le quali sono clandestini), che,  giunti a Milano, sono aiutati dal trentaduenne Del Grande e dal poeta siriano Khaled Soliman Al Nassiry, nella realizzazione del sogno di raggiungere la Svezia.

VENICE INTERNATIONAL FILM FESTIVALPer superare le frontiere mettono, quindi, in scena un finto matrimonio, travestendo da sposi l’amica Tasnim Fared e il “fuggitivo” Abdallah Sallam, con un contorno di amici-complici italiani in cui si confondono altre due coppie di clandestini siriani: gli anziani coniugi Ahmad Abed e Mona Al Ghabra e Alaa Al-Din Bermi ed il figlio Mc Manar che sogna di fare il rapper.

Il regista milanese Antonio Augugliaro  ha, così,  magistralmente documentato il viaggio folle di questo improbabile corteo nuziale attraverso un’Europa che, nonostante la dichiarata ospitalità di ben 17 stati, fa, invece, di tutto per spingere i profughi nelle mani dei contrabbandieri di uomini che si fanno pagare ogni viaggio 1000 euro (“Possibile che qualcuno paghi 1000 euro per morire?“).

Questo film era la cosa giusta da fare– ha spiegato, al termine della proiezione, Del Grande- Avevamo negli occhi più le atrocità della guerra in Siria, dove sono stato tre volte, che le possibili conseguenze di quello che stavamo facendo, visto che chi aiuta ad emigrare cinque clandestini da noi richia 15 anni di carcere.”

Reso possibile da uno sforzo solidale dal basso (una virale campagna di crowdfunding che ha trovato 2617 produttori), il film sta riscuotendo un grande successo nella cinquantina di sale nelle quali, a sei settimane dall’uscita, è stato finora proiettato, considerando che, distribuito in appena 24 copie, è riuscito ad incassare quasi 2.500 euro per copia.

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