San Valentino è anche musica. Ecco, quindi, il proliferare di compilation di canzoni più o meno sdolcinate che parlano di amori più o meno stucchevoli. Quasi dimenticata e confinata all’ambito jazzistico è, invece, “My Funny Valentine”, la canzone che per anni ne è stata il simbolo.
Composta 73 anni anni fa dalla premiata ditta Rodgers-Hart per il musical “Babes in Arms”, è stata interpretata da centinaia di musicisti: da Frank Sinatra a Miles Davis. Quello con cui viene, però, identificata è sicuramente il trombettista americano Chet Baker. Era difficile resistere all’emozione quando lui sussurrava con la sua voce sottile: “each day is Valentine’s day”. In particolare per le donne, che avrebbero fatto pazzie per diventare, come la buffa Valentina della canzone, la sua “favourite work of art”. Per non palare di quando proseguiva il canto soffiando dentro la tromba. «Chet mi aveva confidato che aveva iniziato suonando il trombone, ma gli piaceva soprattutto cantare. – raccontava il sassofonista Gianni Basso– Così, quando da militare gli hanno dato una tromba lui si è messo a cantarci dentro». Come nessun altro il motivo catturò l’ideale di bellezza e grazia di Chet, divenendone la canzone della vita che interpretò infinite volte tra il 1952, quando, ventiduenne, la registrò la prima volta con Gerry Mulligan, al 13 maggio 1988, quando morì cadendo dalla finestra di uno squallido alberguccio di Amsterdam.
Ottime riflessioni e suggerimenti…
Anche noi di Vongole & Merluzzi abbiamo ben pensato di scrivere un post al proposito…
Anzi abbiamo chiesto di scriverlo a una tipa molto particolare…
Augurandoti, a modo nostro, un buon San Valentino, spero avrai modo di ricambiare la visita:
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/14/post-di-una-squillo-per-bene/
Grazie per i complimenti e gli auguri che ricambio. Sentitamente