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Appunti di viaggio

APPUNTI DI VIAGGIO (33) – Il mio UZBEKISTAN- 1^ PARTE (2023)

Piazza principale di Bukhara dove si fronteggiano la Madrasa di Mir-i-Arab, il Minareto Kalon e la Moschea Kalon

L’Uzbekistan è una delle cinque repubbliche create artificialmente da Stalin nell’Asia Centrale. Dal 1º settembre 1991, ottenuta l’indipendenza, è diventato lo stato più popoloso dell’Asia centrale. I suoi 32,4 milioni di abitanti, concentrati nel Sud e nell’Est del paese, costituiscono infatti circa la metà della popolazione totale di un’area che, dopo antichi fasti, ha vissuto in condizioni di povertà. La memoria di potenti imperi e khanati si è, in ogni caso, conservata in monumenti architettonici unici nelle più importanti città storiche: Khiva, Bukhara, Shakhrisabz, Tashkent e la leggendaria Samarcanda.

Volo Milano- URGENCH, durata 5 ore e 40, quindi spostamento in auto a KHIVA

KHIVA

Salendo sul Bastione Ak Sheik Bobo della Fortezza Kunya Ark, che fu palazzo Reale, si gode il più bel panorama della città vecchia di Khiva. Dietro di me si vedono il meraviglioso Kalta-minor Minaret (minareto corto) e, in lontananza, il Minareto Islam Khodja, risalente al 1908 ed alto 56 metri.

Gli 8000 chilometri della VIA DELLA SETA, che andava dalla Cina all’Europa, erano il viaggio per eccellenza. Oltre che commerciali, favorirono scambi culturali che hanno gettato le basi del mondo medievale e moderno. Le tappe più affascinanti della Via della Seta sono in Uzbekistan. La dolce acqua di Khiva, oasi tra i deserti Karakum e Kyzylkum, la rese per le carovane meta appetibile. Fiorente vi fu, fino agli anni Settanta dell’Ottocento, il commercio di schiavi. Grazie a questo il suo Caravan-serai Alla-Kuli-khan arrivó ad avere ben 105 stanze.

All’interno della Itchan Kala, la cittadella fortificata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, sono decine i monumenti di interesse. Tra questi spicca il meraviglioso Kalta-minor Minaret (minareto corto), rimasto incompiuto nel 1855 a causa della morte di Muhammad-Amin Khan. Doveva superare i 100 metri, si è fermato a 29, ricoperto da lucenti piastrelle smaltate e maioliche turchesi. È vicino alla grande Madrasa di Muhammad-Amin Khan, sul cui portale c’è la scritta “Questa meravigliosa costruzione starà qui per sempre portando gioia ai discendenti”.

La foresta di 212 colonne di legno di olmo che sorreggono il soffitto della Moschea Juma, così detta perchè il Khan che l’ha fatta ricostruire a fine Settecento amava leggervi in silenzio durante le preghiere del Venerdì (Juma).

Potente funzionario e ministro del khanato di Khiva, SEIID ISLAM KHODJA fece costruire questo complesso composto dalla più piccola Madrasa e dal più alto minareto di Khiva.

CHILPIK

43 chilometri prima di Nukus, in cima ad una collina c’è questa Torre del Silenzio, circondata da alte mura, che i seguaci di Zoroastro usavano per esporre i loro morti all’aperto. Dopo che gli uccelli ne mangiavano le carni, ne recuperavano le ossa per seppellirli in un ossario

NUKUS (a 170 chilometri da Khiva)

Grazie al coraggio di Igor Savitsky, a Nukus, lontano 3300 chilometri dal controllo di Mosca, si raccolsero opere di quell’Arte moderna “degenerata” vietata dal regime sovietico. Nel museo di Arte Moderna di Nukus, in un Uzbekistan all’epoca facente parte della confederazione sovietica, dal 1966 Savitsky raccolse, tra le altre, queste opere di Aleksandr Nikolayev (arrestato per reati sessuali), Mikhail Kurzin (esiliato per propaganda anti sovietica), M.K.Sokolov (internato in un campo di lavoro) e Vasiliy Lysenko (ricoverato in un ospedale per malati mentali). Queste opere dovevano essere distrutte, ma Savitsky le salvó, mettendo sù quella che è la seconda collezione di Arte Moderna russa, dopo San Pietroburgo. Peccato che, dopo aver corso tanti rischi, sia morto l’anno prima della Perestroika.

NECROPOLI DI MIZDAKHAN (nei dintorni di Nukus)

Risalente al IV secolo a.C. si estende su tre colline, per complessivi 200 ettari. E’ un posto è pieno di mistero e misticismo, dove si ritiene ci sia la tomba di Adamo. Tra i luoghi di maggiore interesse: il Mausoleo del predicatore Shamun Nabi, eretto nel XVIII secolo, che ha 7 cupole in base al numero delle figlie, con un sarcofago lungo 30 metri, ed il Mausoleo di Mazlum Khan Sulu, legato alla leggenda dell’amore infelice tra la bella principessa Mazlum Khan, figlia di un khan, ed un architetto. Risalente ai secoli XIII-XIV, ha una sala sotterranea con pareti decorate con “fiocchi” azzurri. C’è, poi, il World Death Clock, che, secondo una leggenda, ogni anno perde un mattone, finché, quando l’ultimo mattone scomparirà, verrà il Giorno del Giudizio. Si racconta, inoltre, che se si fanno mucchietti di sette mattoni, i propri desideri si avverano. 

Mausoleo del predicatore Shamun Nabi,
Mausoleo di Mazlum Khan Sulu,
World Death Clock

MOYNAQ (a 202 chilometri da NUKUS)

Questo è quel che resta di un fiorente porto, che adesso si trova a 150 km dall’acqua più vicina, in quello che è diventato il deserto Aralkum. Lo sfruttamento, a partire dagli anni Cinquanta, delle risorse idriche dei due immissari principali per la produzione intensiva di cotone ha ridotto il LAGO D’ARAL, il terzo del mondo coi suoi 17.160 km² di superficie a poco più di una pozzanghera. Una “morte serena” per correggere un “errore di natura” deciso a tavolino dai burocrati russi per quello che è uno dei maggiori disastri ecologici della storia.

Riduzione della superficie acquea del LAGO ARAL in 56 anni

BUKHARA (a 431 chilometri da Khiva)

BUKHARA la Nobile è, fin dal nome, una città sacra per l’Islam. Non a caso un proverbio sottolinea che “se in tutto il mondo la luce cade giù dall’alto, a Bukhara essa si irradia dalla terra”. In questa foto due turisti russi, che hanno voluto provare l’ebbrezza di un tour in abiti d’epoca, posano davanti al minareto KALYAN (il Sublime) che coi suoi 45,6 metri d’altezza domina la città e ne è simbolo.

Nell’antichità a Bukhara si adorava SIN, la divinità della Luna protettrice dei popoli nomadi poiché ne illuminava il cammino durante i trasferimenti notturni. É suggestivo, quindi, che la Luna sorgente faccia capolino, dall’interno del cortile della Moschea Kalyan, tra una cupola della Madrasa di Miri-Arab ed il minareto Kalyan(il Sublime), simbolo di Bukhara la Nobile, che colpì talmente Gengis Khan quando conquistò la città che ordinò che rimanesse in piedi. 

Il cuore della città vecchia di Bukhara è Lyabi Khause, (o Lyabi-Hauz), uno stagno (hauz), che un tempo era utilizzato per lo stoccaggio dell’acqua. Vi si affaccia la Madrassa di Nodir Divan-Beghi nel cui timpano di ingresso ci sono le raffigurazioni dei Semurg, leggendari uccelli della felicità che volano verso il cielo, simbolo dell’aspirazione verso la conoscenza spirituale.

Una delle attrazioni principali della città è questa statua di Nasreddin Hodja, che, dicono, porti fortuna se si strofina. Più che una persona vera e propria, vissuta nel 1200, si puó parlare di un personaggio presente nel folklore di paesi che vanno dalla Cina all’Italia meridionale. Lo caratterizza l’esser comunemente considerato sciocco, se non pazzo, nonostante unisca astuzia e intelligenza a comicità. In molti paesi arabi è conosciuto come Juha, che in Sicilia è stato storpiato in Giufà.

Gli amici del Buxoro Band che, con strumenti tradizionali (saz, dutar, rubab etc), hanno improvvisato per me un’irresistibile versione de “L’italiano”, canzone famosissima nell’ex URSS. Non a caso nel 2013 Cutugno la cantó a Sanremo con il coro dell’Armata Rossa.

Chasma- Ayub è legata al profeta biblico Giobbe, chiamato nel Corano Ayub. In questo luogo i colpi del suo bastone sul terreno avrebbero fatto scaturire una fonte (“chasma”) di acqua curativa ancora esistente. La costruzione fu eretta negli anni del regno di Tamerlano.

La Madrasa CHOR MINOR (Quattro minareti) fatta costruire da un ricco mercante turkmeno nel 1807.

MOSCHEA BOLO-HAUZ. E’ l’unico monumento della cultura medievale di Bukhara, caratterizzato dall’ayvan estivo con venti lunghe colonne realizzate con tronchi di noce e pioppo.

La CITTADELLA ARK dove risiedeva l’Emiro

IL MAUSOLEO DEI SAMANIDI

A pochi chilometri da Bukhara si trova il complesso commemorativo del saggio BAHAUDDIN NAKSHBAND, di cui in primo piano si vede la tomba. Fondatore dell’ordine sufi Naqshbandi, Bahauddin, che vuol dire “la luce della religione”, mise alla base dei suoi insegnamenti lo slogan ”occupa il tuo cuore con Allah e le tue mani col lavoro”.

Situato a 4 chilometri da Bukhara, il palazzo SITORA-I MOKHI- KHOSA (“la raffinata stella della Luna”) fu la residenza estiva degli emiri di Bukhara

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