Come quelli dei gigli di mare che popolano le sue dune sabbiose, i semi delle civiltà nate o prosperate nel Peloponneso si sono disseminati molto lontano, nello spazio e nel tempo, da questa penisola greca posta tra il Mar Ionio ed il Mar Egeo. Lasciando in loco magnifiche tracce che, insieme alle bellezze naturali, ho cercato di documentare in occasione di un mio viaggio nel settembre 2017 in cui ho seguito il percorso tracciato nella cartina.
CANALE DI CORINTO- In realtà dal 1894 il Peloponneso è un’isola. L’istmo che lo collega alla Grecia continentale è stato, infatti, tagliato da un canale che collega il Golfo di Corinto con il mar Egeo. Dal ponte che lo attraversa il canale appare come uno stretto nastro di mare ( è largo solo 25 metri) che per 6,3 chilometri scorre tra ripide rocce. Sarà per questo che la ringhiera del ponte è pieno di nastri di stoffa che hanno lo stesso significato dei lucchetti di “mocciana” memoria?
ANTICA CORINTO – Sullo sfondo si intravede il tempio dorico di Apollo, in primo piano c’è, invece, il podio (Bema), posto al centro dell’Agorà, da cui San Paolo rinfacció ai Corinzi la dissolutezza dei costumi di una città devota di Afrodite (nella vicina Acrocorinto sembra ci fossero 1000 ierodule, prostitute). Partito, continuó a fustigarli nelle famose lettere ai Corinzi contenute nel Nuovo Testamento.
ANTICA CORINTO – Mitica naiade (una delle ninfe che presiedevano alle acque), Pirene alla morte del figlio Cencrea, avuto da Poseidone, avrebbe pianto così tanto da indurre gli Dei a trasformarla in questa Fontana, affinché le sue lacrime non andassero perdute.
ANTICA MICENE– Risalendo al 1250 a.C., la celebre “Porta dei leoni (o, come ipotizzato più recentemente, delle leonesse)” é il più antico rilievo monumentale europeo. É il simbolo più celebre della civiltá micenea che per 500 anni fu il faro del mondo occidentale.
ANTICA MICENE– Accanto ad una copia della celebre Maschera funeraria di Agamennone, nel museo dell’area archeologica sono in mostra alcuni Idoli, figure votive in terracotta rinvenute nella tombe di Micene.
MICENE– Nella cittá di Agamennone il ricordo della guerra di Troia è ancora vivo.
NAFPLIO– Lungomare con, sullo sfondo, il Castello di Bourtzi che i Veneziani costruirono nel 1473 per proteggere la città dalle incursioni di Turchi e pirati. Dal 1821 al 1834 è stata capitale della Grecia.
NAFPLIO– La scala di 1000 gradini per arrivare ai 216 metri della Fortezza di Palamidi che domina la città. Fatta costruire tra il 1711 ed 1715 dal Provveditore veneziano Agostino Sagredo e ritenuta inespugnabile, nello stesso 1715 fu conquistata dai Turchi.
EPIDAURO– Coi suoi 14.000 posti e la perfetta acustica, il Teatro, costruito nel 350 a.c., è uno dei monumenti più imponenti e meglio conservati dell’antica Grecia.
EPIDAURO– È la città di Asclepio (in latino Esculapio), Dio della Medicina come il padre Apollo. Riusciva ad ottenere guarigioni miracolose usando il veleno dei serpenti e dando grande importanza agli influssi della mente sul corpo. Nell’abaton del suo Tempio (dove sono esposte le riproduzioni dei due bassorilievi), i pazienti sembra venissero da lui visitati in sogno fornendo la chiave per cure e guarigione.
SPARTA– È il 480 a.C e 200.000 persiani sono in procinto di invadere la Grecia attraverso il passo delle Termopili difeso da 7000 greci guidati dal Re Leonida coi suoi 300 spartani. All’intimazione di consegnare le armi Leonida risponde: “Μολὼν λαβέ” (Molòn labé), cioè “Vieni a prenderle”. È la frase scolpita sotto questo monumento che la sua cittá gli ha dedicato.
MYSTRAS– La città fortificata dove l’impero bizantino conobbe il suo ultimo momento si splendore culturale prima di essere sopraffatto dagli Ottomani. Cuore spirituale ed artistico è il trecentesco Convento di Pantanassa, tuttora gestito da monache, uniche abitanti (coi gatti) di una città proclamata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
MONENVASIÁ– Il suo nome significa “unico ingresso”, perchè questo iceberg di roccia è collegato alla terraferma solo da questa strada rialzata. Percorrendo la strada che c’è sulla destra dopo un chilometro si arriva, attraverso un tunnel, ad uno stupendo borgo medioevale che ne fa la Mont Saint Michel greca.
MONENVASIÁ– Il borgo si divide in una Città Alta, di cui si intravedono in alto le rovine della fortezza, ed una Città Bassa, fatta di un intricato dedalo di viuzze. La piazza centrale è dominata dai due simboli a cui si affidavano le città assediate: le armi (il cannone in primo piano) e la fede ( la Cattedrale di Cristo in Catene).
ELAFONISSOS– Sull’isola c’è l’imbarazzo della scelta tra Megalos Simos e Mikros Simos, le due splendide spiagge separate da un piccolo istmo sabbioso che le collega ad promontorio da cui è stata scattata la foto. Sabbia finissima e mare turchino fanno di Simos una delle più belle (e celebri) spiagge greche.
ELAFONISSOS– Simos a parte, una spiaggia dell’isola da non perdere é questa splendida PANAGIAS TA NISIA, che prende il nome dall’arcipelago di Isole della Madonna che la fronteggia.
ELAFONISSOS– Le sue dune sabbiose sono piene di GIGLI DI MARE. È chiamata LA PIANTA CHE NUOTA perché i suoi semi, situati all’interno di una massa sugherosa, galleggiano, venendo disseminati dalle onde delle mareggiate in punti anche lontanissimi della costa. Corrisponderebbe alla mitica ROSA DI SHARON citata nel Cantico dei Cantici, ma la mitologia greca la fa nascere dalle gocce cadute dal seno di Giunone mentre allattava Ercole. Quelle schizzate verso l’alto avrebbero formato la Via Lattea, quelle cadute sulla Terra sarebbero diventate i magnifici gigli di mare.
GYTHIO- La spiaggia di Glyfada con il misterioso relitto della nave, sembra di contrabbandieri di sigarette, naufragatavi nel 1977.
VATHIA– La penisola del Mani è disseminata di caratteristiche CASE-TORRI che cominciarono a sorgere nel Cinquecento per difendere i manioti, discendenti dagli antichi spartani, dai vari invasori, per trasformarsi nello status symbol dei vari clan dilaniati da faide che si protrassero a lungo. Le meglio conservate e numerose tra le 800 Case Torri ancora esistenti si trovano nel borgo di VATHIA, appollaiato su uno sperone roccioso che domina il mare.
PYRGOS DIROÚ (Aeropolis)– Le grotte di DIROS o VLYCHADA sono considerate le più belle grotte lacustri del mondo. Si attraversano in barca, per un fantastico viaggio tra stalattiti e stalagmiti, camere rosa e rosse in base alle formazioni calcaree che ricoprono le pareti.
KALAMÁTA– La città prende il nome alla miracolosa icona della Vergine Maria nota come “kalá máta ( dagli occhi belli)” conservata nella Cattedrale di Ypapantis.
ANTICA MESSENE– Lo splendido stadio che era incorniciato da una moltitudine di colonne.
ANTICA MESSENE– I resti imponenti e arcani della Porta d’Arcadia (ai lati le rovine delle 2 torri che la fiancheggiavano) che si trova nel lato occidentale di una cinta muraria che si estendeva per 9,5 km. La cosa curiosa è che l’abbiamo attraversata in macchina perchè ci passa la strada che da Mavrommàti va a Meligalà.
OLYMPIA– Queste rovine sono quel che resta del tempio di Giunone. Ogni 2 anni tornano ad essere l’ombelico del mondo perché dal 1936 è qui che si accende la fiaccola che i tedofori porteranno nella sede delle Olimpiadi (estive ed invernali). Undici sacerdotesse (impersonate da attrici) accendono il fuoco ponendo una torcia all’interno di uno specchio parabolico concavo che concentra i raggi del Sole.
OLYMPIA – Nel museo di OLYMPIA è conservato lo splendido Hermes con Dioniso rinvenuto nell’Heràion della città. È un’opera tarda di Prassitele, scultore di tale successo da essere annoverato tra i 300 ateniesi più ricchi dell’epoca.
SKAFIDIA- All’orizzonte si intravede ZANTE, l’isola ionica dove è nato UGO FOSCOLO.
PATRASSO– Bellezza e lunghezza (coi suoi 2.883 metri è il ponte strallato più lungo del mondo) a parte, il Ponte di Poseidone, che unisce il Peloponneso alla Grecia Continentale, assicura una resistenza a terremoti superiori a 7 gradi della scala Richter. Il che è importante, visto che golfo di Corinto, in cui si trova, è area altamente sismica. Secondo i costruttori sarebbe, infatti, «il luogo più sicuro in caso di sisma maggiore nella regione di Patrasso».
DIAKOFTÓ- Da Diakoftó parte uno straordinario trenino a cremagliera che sale fino ai 758 metri di Kalávryta, percorrendo oltre 22 km nella spettacolare Gola di Vouraïkós. Il tragitto prevede l’arrampicata su stretti costoni a strampiombo sul fiume e l’addentrarsi in gallerie naturali (oltre alle sette in curva costruite appositamente).
KALÁVRYTA– Il 13 dicembre 1943 i tedeschi uccisero, per rappresaglia, 468 abitanti, dai 15 anni in su. Da quel giorno le lancette del vecchio orologio della Cattedrale sono ferme alle 14.34, l’ora in cui il fuoco tedesco cessó.
Vedi anche:
APPUNTI DI VIAGGIO (16): La mia Budapest (gennaio 2015)
APPUNTI DI VIAGGIO (19)- La mia L’Avana (luglio 2016)
APPUNTI DI VIAGGIO (22)- La mia LOS ANGELES (2017)
APPUNTI DI VIAGGIO (21)- La mia COPENAGHEN (aprile 2017)