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SOCIETA' Valle d'Aosta

La Storia della Sinistra valdostana secondo ROBERTO MANCINI

MANCINI Roberto -Vauthier.jpgIl titolo, “Tutta un’altra storia”, è un po’ abusato (anche Nicola Zingaretti lo ha scelto per un meeting a Bologna), originale è, invece, il contenuto del ciclo di 10 incontri che il giornalista aostano Roberto Mancini sta tenendo dal 19 novembre al CCS Cogne di Aosta. Una Storia della Valle d’Aosta, dagli anni ’20 al ’68, senza censure, manipolazioni o non detti, con particolare riferimento alla Sinistra. «Tranne qualche formazione minoritaria, la Sinistra è sparita dal panorama contemporaneo valdostano.– afferma Mancini- In Consiglio regionale 1 consigliere su 35 si definisce di Sinistra, gli altri 34 sono di Centro, “moderati”. In Consiglio comunale ad Aosta, idem: su 29 consiglieri, uno di Sinistra e 28 di Centro. Ovviamente “moderatissimi”. Vorrei, quindi, valorizzare le radici culturali e politiche della Sinistra valdostana, contrapponendole all’identità etnico-culturale-linguistica che è la versione di destra del federalismo. Quella che va bene ai nazi-leghisti

Carral Pietro 76649671_6154777_n.jpgLa narrazione, appassionante come un giallo, di personaggi, azioni, idee e avvenimenti è partita con Pietro Carral, che, fattosi le ossa nel PCI e nella CGIL milanese, tornato a la Salle si fece 5 anni e mezzo di galera, dal 1928 al 1932, per essere il responsabile del Soccorso Rosso che instradava gli antifascisti in Francia. Mancini ha parlato, poi, dei due CLN, uno filo italiano ed uno filo francese, favorevole, dopo la guerra, all’annessione alla Francia che fu sventata anche per l’intervento di Federico Chabod.

MANCINI TUTTA UN'ALTRA STORIA 544359_7727011272083898368_o.jpgIl 26 novembre Mancini ha, invece, sottolineato l’importanza delle donne. Da Ida Desandre’, che smascherò l’ideologia clericale della “società tradizionale”, tipica dei localisti e dell’ Union Valdotaine, a Pierrine Vauthier , ” Barcelone”, che sorride nella foto del il manifesto del corso. Eroina della Guerra di Spagna e grande dirigente anarchica, morì a Rhemes, sola e dimenticata.

Il 3 Dicembre, ha parlato di Emilio Lexert e della nascita delle Brigate Garibaldi che non tutti gli anti-fascisti hanno amato.

Un argomento scottante infiammerà la lezione del 10 dicembre, con Chanoux, docile strumento del clero valdostano. Il bluff della Jeune Vallée d’Aoste, l’iscrizione al Fascio dal 1928 al 25 Luglio 1943, i compiti di censura militare a Chambéry, la frequentazione politico-culturale con gli ambienti savoiardi legati al clerico-fascismo dell’Action Francaise e di Vichy”.

Si riprenderà il 14 gennaio per andare avanti fino all’11 febbraio, parlando del periodo d’oro della sinistra, quando, nel 1955, il PCI di Piero Germano, caso unico in Italia, andò al potere con l’Union Valdotaine di Severino Caveri. Per arrivare ai sussulti del Sessantotto, sconfitti dalla strategia della tensione. Il corso, organizzato da Potere al Popolo Valle d’Aosta, si tiene il martedì, dalle 18,30 alle 20 al CCS Cogne di Aosta. Per iscrizioni scrivere a tuttaunaltrastoria1@gmail.com.

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Mini biografia ironica di ROBERTO MANCINI
Giornalista pubblicista dal 1983.
Il punto più alto della sua carriera? “Nuovasocietà” di Diego Novelli, con cui ha pubblicato, nel 2104, 15 puntate sulla storia della ‘ndrangheta in Valle.
“Il Manifesto”, di cui è stato inviato in Sudafrica nel 1995 per seguire il campionato mondiale di rugby, il suo amatissimo sport giovanile.
“Il Guardian”, quotidiano inglese che , nella versione on line, lo ha invitato dal Novembre 2008 all’Ottobre 2010 a commentare le vicende italiane.
Il punto più basso? Nella prima versione della “Gazzetta della Vda” ha avuto come editori Baccega, Carrara e Péaquin.
Un’esperienza ineffabile.

zhukov2ok.jpgAggiungerei l’esperienza del blog “Il bolscevico stanco”, finita traumaticamente nel 2005 in seguito ad una denuncia, per diffamazione e omesso controllo sui commenti del blog, da parte di Marco Camilli, editore di AostaOggi.it, e di tre giornalisti valdostani: Luca Mercanti e Cristina Porta, direttore e responsabile della cronaca di Gazzetta Matin, e Pier Maria Minuzzo, capo ufficio stampa della Chambre valdôtaine.

Certo eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamoavventati, ma avevamo ragione (Abbie Hoffman).

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