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Arte

Ricordando FRANCO GROBBERIO con parole, note, tisane, sorrisi ed una mostra.

«Gli amici non mi allungano la vita, ma certamente me la allargano». L’aveva scritto il pittore Franco Grobberio, l’hanno confermato gli amici che il 6 febbraio hanno affollato la Galleria Inarttendu di Via Martinet per la serata “Ciao Franco. Ricordando Franco Grobberio con parole, note, tisane, sorrisi e tanto affetto”.

“Paesaggio” olio degli anni Settanta

Ad un anno dalla sua scomparsa è stato palpabile l’affetto che ancora circonda il ricordo dell’artista aostano mancato il 5 febbraio 2023, a 77 anni.

«Cercherò di parlare di lui in maniera non retorica, perché Franco non era un uomo retorico.- ha, per esempio, detto Agnese Molinaro che ha condotto la serata- Franco era un uomo schietto e semplice. Franco, proprio come il suo nome! Intelligente, sempre disponibile e sereno. Un artista gentile, simpatico, mai sopra le righe. Era davvero poetico, e in questo mondo i poeti sono sempre meno…Non lo so con certezza, ma mi piace pensare che, alla fine, si trova qualcosa che si chiama Pace. Comunque sia, e lontani da questo mondo, in fondo, è davvero facile trovarla. Lui-credo- lo era già da un po’, tra i suoi colori sempre candidi di acqua, dipingendo quel trait-d’union che è la soglia tra il nostro campare e il sereno oltre».

Maria Pia Simonetti

E la scrittrice Maria Pia Simonetti, leggendo il ritratto “L’importanza di chiamarsi Franco” che gli aveva dedicato anni fa, ha aggiunto: «Grobberio ci ha insegnato cne esiste un mondo di colori dolci dove esseri leggerissimi passano immersi nella luce di un racconto fiabesco, lasciando tracce evanescenti come sogni, un mondo popolato di alberi con radici tenacemente infiltrate nell’infanzia, un mondo di oggetti volanti ben identificati e di cieli azzurri come una volta, cieli da notte di Natale con astri appesi come lampade divine. Ci ha insegnato un mondo diverso e possibile per umani di buona volontà».

Fernando Regazzo e Luisa Rizzotto

Lo scultore Fernando Regazzo, che Grobberio aveva conosciuto fin dalle scuole elementari e con cui fino all’ultimo faceva interminabili telefonate, ha, invece, ricordato: «Il suo studio era per lui un posto magico, il suo giardino incantato dove, negli ultimi tempi, stanco ed afflitto dalla malattia, riusciva a dimenticare la sua condizione e tornare in comunione con la sua infanzia ed i suoi sogni. Riuscendo a far volare ancora gli aquiloni».

Emozionanti sono state anche le parole del fotografo René Monjoie, le note di una rappresentanza del Coro Dames de la Ville d’Aoste ed il ricordo di Luisa Rizzotto a nome delle centinaia di allievi di pittura ad olio ed acquerello che aveva avuto sia privatamente che all’Università della terza età («era un uomo generoso, anche troppo»).

E’ stata altresì inaugurata una mostra di Grobberio, a cura della moglie Rosanna e della figlia Chiara da piccola volevo si dedicasse solo a me, per cui gli facevo i dispetti mentre dipingeva»).

Alla Galleria Inarttendu rimarrà aperta fino al 23 febbraio e sarà visitabile ogni giorno dalle 10 alle 18, tranne sabato e domenica.

Marcia nuziale (Olio 2002)

La ventina di quadri, di proprietà della famiglia, vi tracciano un percorso che, partendo da un paesaggio ad olio negli anni Settanta arriva ad alcuni acquerelli del 2022, come “Passeggiata serale”, “Fuga dei poeti romantici”, “Pulcinella” e “Una certa idea del Paradiso”. Dal 2000 la luminosità e la leggerezza dell’acquerello era, infatti, divenuta la sua cifra stilistica. Significativo, infine, il titolo di un olio del 1999: “Lo spettacolo è finito”.

Lo spettacolo è finito (olio 1999)
Senza titolo (olio 1996)
Fuga dei poeti romantici (acquerello 2022)
Pulcinella (acquerello 2022)
Passeggiata serale (acquerello 2022)
Guarda che stelle (olio 1994)
Ritorno all’isola (olio 1994)

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