“Non sono perché furono quando la Speranza si alimentava col sacrificio”. Questa scritta posta all’ingresso della cripta del Sacrario che è il cuore del Museo del Battaglione Alpini “Aosta”, sintetizza il coraggio, il senso di dovere, il sacrificio di migliaia di giovani alpini morti nelle delle campagne d’Africa e nelle due Guerre Mondiali.
Nei tanti e preziosi cimeli si respira, in particolare, l’epopea del Battaglione “Aosta” nella Prima Guerra mondiale.
Dalle anfore contenenti pugni di terra dei luoghi sacri (i monti Solarolo, Vodice, Pasubio, Grappa) al rosario appartenuto al Tenente Ferdinando Urli morto sul Dente del Pasubio, da brandelli di gloriose bandiere ai tre fucili austriaci intrecciati e sormontati da un cappello alpino con penna mozza (simbolo degli alpini caduti) che stanno all’ingresso della cripta.
Inaugurata, all’interno della Caserma Testafochi di Aosta, il 18 maggio 1940, dopo lo sbando dell’8 settembre 1943 la struttura risorse grazie ad una paziente opera di recupero e riordino del materiale disperso al quale si aggiunsero le testimonianze delle Campagne di Grecia e di Russia.
Nel 2006, infine, l’impulso del Generale Oliviero Finocchio e il certosino lavoro del Colonnello Guido Dupuis hanno portato ad un’ulteriore sistemazione, con trasformazione da Sacrario in un Museo, che, senza perdere le qualità spirituali, ne ha permesso una maggiore fruibilità. Al Sacrario è dedicato il libro “La Memoria dell’Aosta” di Gianfranco Ialongo.
A causa dei lavori di trasformazione della Caserma Testifochi in sede dell’Università della Valle d’Aosta, nel 2015 il Sacrario-Museo è stato smembrato.
Come ha scritto Margherita Barsimi in una lettera a La Stampa del 10/06/2015: “Con l’abbattimento di alcuni edifici del complesso della caserma Testa Fochi di Aosta,- scrive la Barsimi- anche il Sacrario, ospitato all’interno della caserma stessa, è stato smantellato e i cimeli che vi erano custoditi sono stati trasferiti, in sede provvisoria, al Castello Cantore. Bene – potrebbe dire qualcuno – sede quanto mai degna e importante per ospitare, nel quadriennio 2015-2018, in occasione delle celebrazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, le visite di storici, di scolaresche, di studiosi…! Qui sta il punto. Nessuno potrà visitare alcunché, perché il Museo è stato trasferito, certo, ma smembrato: i cimeli, le fotografie, i documenti sono stati imballati, in attesa di una non ancora identificata sede all’interno della futura sede dell’Università.”
La Regione Valle d’Aosta sarà, così, l’unica assente nel lungo elenco di istituzioni,università e associazioni che hanno risposto con più di 800 proposte all’avviso pubblico della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il progetto «Quattro anni per capire» che organizzerà eventi culturali commemorativi della Grande Guerra che avrebbero assicurato ad Aosta un sicuro flusso turistico.
Mi rammarica fortemente che il museo sia stato completamente smembrato…io quel museo l ho vissuto e ho partecipato attivamente alla
sua integrità. Parlo degli anni 92/93 quando prestavo servizio di leva in quella caserma..
Quasi sicuramente gli oggetti costuditi con cura verranno selvaggiamente perduti e per le generazioni future non rimarrà nessuna memoria