fbpx
Uncategorized

Il trionfo di “We will rock you” ad Aosta indica che per il Rock c’è una speranza di futuro

E’ finita con il pubblico dello Splendor in piedi a scandire con le mani e cantare “We will rock you”. Come raramente succede ad Aosta, come inevitabilmente ha scatenato il cocktail irresistibile dato dal fascino delle canzoni dei Queen, dalla bravura degli interpreti e dalla bellezza di un allestimento carico di significati.

Uno dei più entusiasti era proprio quel Claudio Trotta che, con la sua Barley Arts, dal 2009 produce la versione italiana del musical, anzi, come ci tiene a dire, lo spettacolo teatrale musicale («non è un musical, perché il testo ha grande rilevanza»).

«La prima volta che lo portai in Italia parteciparono anche Brian May e Roger Taylor.- racconta – Nel 2018 ho, invece, acquisito i diritti della versione “no replica” in cui si ha totale libertà nell’allestimento e ne ho affidato la regia a Michaela Berlini. Siamo, così, intervenuti pesantemente attualizzando il testo. In questa terza edizione “no replica”, che ha debuttato ad Aosta, con Michaela abbiamo scritto anche un prologo ed un epilogo letti dalla voce narrante di Massimo Cotto».

Le tematiche toccate dal lavoro toccano molto da vicino Trotta. A cominciare dalla proibizione della musica dal vivo (non a caso la band di sei bravissimi musicisti è stata a lungo nascosta in un soppalco della scenografia) a favore dei suoni sintetici prodotti dai computer e dei tormentoni canori che diventano l’unica forma di comunicazione dei ragazzi Ga Ga, cui la terribile e pervasiva Globalsoft della crudele Killer Queen ha omologato il cervello (“i ragazzi come voi non sanno nemmeno cosa vogliono…noi invece sì”, ripete loro il suo braccio destro: mefistofelico Khashoggi).

Il tutto ambientato in un Pianeta Mall ridotto ad un unico, immenso, supermercato ed in un futuro datato 2223. «Quando nel 2002 “We will Rock you” debuttò, a Londra– continua Trotta- gli autori, Ben Elton con Roger Taylor e Brian May, furono dei visionari ad immaginare il dominio delle multinazionali anche nel mondo dello spettacolo. Una situazione che si è avverata ben prima».

Il problema del rischio di estinzione in un futuro prossimo della musica live sta indubbiamente a cuore a Trotta che nei suoi 45 anni di carriera ha organizzato ben 15.000 concerti con musicisti italiani e internazionali del calibro di Bob Dylan, Bruce Springsteen (dal 1999 a oggi lo ha portato in Italia 33 volte), Frank Zappa e Tom Waits, Pearl Jam e Gov’t Mule (gli ultimi in ordine di tempo).

Se, però, nell’opera c’è un lieto fine grazie all’Amore dei protagonisti Galileo e Scaramouche e alla rabbia dei ribelli Bohemians che riportano la Musica dal Vivo e la Bellezza al centro della vita, Trotta questo lieto fine comincia a non intravederlo più. «Stiamo vivendo in un chiaro periodo di estinzione culturale. Si fanno dischi e spettacoli senza usare i musicisti e si canta senza saper cantare. Se non invertiamo la tendenza tra pochi anni avremo dei giovani che non sapranno niente di musica. Lo spettacolo con musica live è il modo migliore per far stare bene le persone ed è la rappresentazione della vita. Se finisce, molto presto non ci sarà più neanche la vita ed il mondo sarà popolato di ragazzi Ga Ga».

La prova vivente delle parole dell’epilogo “il futuro non è scritto, il futuro dipende da tutti noi” l’hanno per fortuna data i giovani interpreti dell’opera. A cominciare dai formidabili cantanti Alice Grasso (Scaramouche),Paolo Barillari (Khashoggi), Damiano Borgi (Galileo, reincarnazione di Freddie Mercury), Natascia Fonzetti (Killer Queen), Alessandra Ferrari (Oz), Mattia Braghero (Brit) e Massimiliano Colonna (Pop). Come pure gli otto componenti dell’Ensemble (che hanno ballato ed interpretato a turno i Gaga girls e Gaga boys, i ribelli Bohemians e l’esercito di Killer Queen).

Oltre che al perfetto meccanismo teatrale messo sù da Michaela Berlini, una menzione particolare va ai 6 bravissimi musicisti (tra cui la guitar hero Roberta Raschellà) che hanno rigorosamente rispettato gli arrangiamenti ed i suoni vintage dei Queen, comparendo sul palco solo alla fine quando il living rock trionfa grazie alla strada indicata da una stella. Che, poi, è lo stesso Freddy Mercury, di cui, guarda caso, il 24 novembre ricorreva il 32° anniversario della morte. Trionfo, come poche volte si è visto ad Aosta.

Claudio Trotta e Michaela Berlini

Rispondi

Scopri di più da Il blog di Gaetano Lo Presti

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading