«Non è sicuramente una mostra fotografica». Mette subito le mani avanti Barbara Caviglia presentando la mostra “Giardini”, inaugurata il 13 aprile, alla Galleria Inarttendu di via Martinet 6, ad Aosta.
Con una più che trentennale carriera teatrale alle spalle, l’attrice genovese, da vent’anni residente in Valle, rivendica una continuità con le precedenti esperienze performative. «E’ più un’installazione, che per realizzarsi ha bisogno dell’osservatore che porti avanti il mio ragionamento. Le immagini non vogliono riprodurre la realtà, ma, piuttosto, manifestare un’altra dimensione, un altro spazio, un altro tempo. Quella che propongo è la famosa realtà che è il vero per finto del teatro, che diventa vera perché vera emotivamente».
Partendo da un grande archivio di appunti di memoria visiva catturati col cellulare, Barbara ha elaborato due serie di immagini che sono metafore di pensiero.
Le otto della serie “Giardino”, quadrate in formato 16×16 centimetri, sono stampe cromogeniche su carta Fuji Crystal DP II che ne esalta il colore.
Le otto di forma ovale che si chiamano “Eden” sono, invece, putti indiavolati, cavalli che vogliono liberarsi dalla roccia e angeli con la spada intrappolati nella resina epossidica pigmentata, in cui ha mantenuto i difetti e le problematiche della lavorazione perché diventasse materia viva.
Il tutto inserito nel macrotema che da il titolo alla mostra, “Giardini”, luogo fisico ma anche mentale che da una parte è protetto, dall’altra, invece, aperto, per esempio al cielo, tenendo in connessione gli opposti, come il bello e il brutto, il vero ed il falso, la ricchezza e la povertà.
La mostra rimarrà aperta fino al 2 maggio.