Il 16 maggio 1953 moriva a Fontainebleau il chitarrista gitano Jean Baptiste Reinhardt. Nato a Liberchies, in Belgio, il 23 gennaio 1910, è universalmente conosciuto come “Django” (nella cultura gitana le persone sono designate unicamente dal soprannome).
Autodidatta (“non distingueva un do diesis da un gilet di flanella”), iniziò come banjoista, finchè a diciotto anni, a causa dell’atrofia dell’anulare e del mignolo della mano sinistra causata da un incendio divampato nella sua roulotte, fu costretto a passare alla più maneggevole chitarra sulla quale sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria. A metà degli anni Trenta, formò con il violinista Stéphane Grappeli un quintetto di soli strumenti a corda che divenne presto famoso grazie anche all’appoggio dell’ “Hot Club de France”, una delle prime associazioni europee di promozione del jazz. Oltre che eccezionale virtuoso fu anche prolifico compositore (è sua la classica “Nuages”).
A lui qualche anno fa ha dedicato la canzone “Ricordando Django” Mario Pogliotti, giornalista Rai e grande appassionato di Jazz (al centro della foto col Cd in mano), che lo aveva intervistato nel 1950. «Era un dissipatore– mi aveva detto- spendeva tutto quello che guadagnava, in genere offendo da bere e da mangiare agli amici zingari. La Rai gli aveva offerto di fare degli intermezzi con l’orchestra Barzizza, ed io ne approfittai per fargli un’intervista per il “Radiocorriere TV”. Lui, però, non andò oltre il sì ed il no perchè non gliene fregava niente. Il personaggio era molto pittoresco, ma si negò.» La canzone fa parte di “Jazz Club”, la galleria di 13 ritratti musicali che Pogliotti, morto nel 2006, ha dedicato a grandi del jazz come Louis Armstrong (“Satchmo”), Count Basie, Nat King Cole, Fats Waller (“Il viaggio di Fats”), Duke Ellington, Charlie Parker (“Il volo di Bird”), Natalino Otto (“Caro Natalino”), Bill Evans, Billie Holiday (“Lady Day”), Dizzie Gillespie e Johnny Hodges. Ne è nato uno spettacolo che il pianista e crooner pugliese Larry Franco porta ancora in giro per l’Italia con Dario Salvatori.
Alcune di queste canzoni si possono ascoltare ciccando su http://www.larryfranco.it/jazzclub.html
RICORDANDO DJANGO di Mario Pogliotti
Django / il tuo disco frusciato che suonava, / Django / quella giostra a catene che girava, / Django / e la gente volava, / e la storia bruciava / quella stupida età. / Django/ la tua musica zingara ribelle, / Django / su di noi, stanchi e vecchi balilla, / soli, / nelle case annerite, / tra le mura umiliate delle nostre città. /Le “nuages” d’una chitarra, / a galla, / nel cielo, / ignoravano la guerra/ e quella nostra povertà. / Note / come esplose da quella tastiera, fitte /manciate di coriandoli al vento, / vento / di memorie gitane, / di cadenze tzigane/ ubriache di swing. / Django / su chitarre rubate alle osterie, / Django / con le dita spezzate sulle corde, / swinging “Honey suckle rose” dreaming /”All The Things You Are”, darling, / in quel retro d’un bar. /Notti /a goderci quei dischi vietati, / Notti con le complici sirene dell’ allarme, / Django, / quei baffetti da zingaro / diventavano il simbolo / di un’oscura libertà. / La cassiera ci guardava, / magari ci stava, / ma nessuno ci pensava / a regalarle un refrain. / Certo / non sapeva le frasi rubate, / Django / a quella tua chitarra vagabonda. / Bionda, / non facevi domande: / dietro a quelle serrande / nascondevi il nostro jazz.