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MUSICA

“A casciaforte” musicale di RENZO ARBORE, il profeta dell’altro

Arbore IMG_6047Arbore IMG_5559Vittima recentemente di un rapina nel proprio appartamento, più che per gli ottomila euro ed i preziosi rubatigli Renzo Arbore si è detto dispiaciuto per la perdita del corno di corallo appartenuto a Totò.“Cuorno ‘e curallo” che custodiva nella simbolica “casciaforte” in cui sono stipati “certi cimeli” di valore più affettivo che economico, che, però, rendono la vita meno “tragica”. “Reliquie” tra cui annovera anche le grandi canzoni napoletane che dal 1991 propone al pubblico di tutto il mondo alla testa dell’ Orchestra Italiana e che la sera di domenica 19 luglio ha fatto risuonare nella suggestiva Piazza d’Armi del Forte di Bard per la rassegna “Musicastelle” organizzata dall’assessorato regionale al Turismo. «Purtroppo in Italia– mi ha precisato- si accomuna la canzonetta, che vive lo spazio di una stagione, alle grandi canzoni che invece rimangono eterne e che, col jazz, sono state la musica più creativa del Novecento. Quelle classiche napoletane che facciamo noi sono state erroneamente identificate come canzoni del passato o di una Napoli che non c’è più. Ma è come dire che “Summertime” non rappresenta più lArbore & Gaetano Lo Presti’America di oggi. Si tratta, tra l’altro, di musica da esportazione, e, andando in giro per il mondo con l’Orchestra Italiana, svolgiamo una funzione istituzionale della quale mi piacerebbe che le istituzioni si accorgessero». La melodia, che fa da filo conduttore ai suoi concerti, spalanca, infatti, tutte le porte. E abbatte tutti i confini, portando Arbore a sconfinare in altre regioni italiane (dal Lazio di “Tanto pè cantà” alla Sicilia di “E vui dormiti ancora”) o, addirittura, in altre nazioni (il Portogallo di “Cancao do mar”, per non parlare degli Stati Uniti di “Evrybody’s Talkin’” che sfumano in “’O Sudato nnammurato”). A dare voce (e che voce, visto che dispone di cantanti come Barbara Bonaiuto, Gianni Conte e Mariano Caiano) alla canzone popolare, quella con “pochi accordi, ma giusti”. Perorare la causa dell’altra canzone, dopo quella dell’altra Tv e dell’altra radio, sembra, Gianni Conte IMG_5406Barbara Bonaiuto IMG_5402d’altronde, per Arbore una missione. Non a caso nel 2003 gli hanno dato il “Premio Faraglioni” come “Profeta dell’altro”. «Mi piace difendere le minoranze, come pure ripescare cose dimenticate. Oltre che con la canzone napoletana, l’ho fatto nel 2001 con lo swing, ben prima che uscisse Michael Bublé. Mi piace fare quello che non fanno tutti. L’ “altro” è il mio marchio fin da quando ho inventato “L’altra domenica”, che una commissione di critici ha giudicato il migliore programma della storia della televisione italiana. Tra le altre invenzioni c’era il telefono a disposizione del pubblico per i primi quiz telefonici. Un segno del successo fu il progetto dei brigatisti rossi di telefonare per fare un proclama in diretta. Le linee erano, però, talmente intasate che non ci riuscirono.» Si ricorda di Mario Pogliotti, un grande personaggio vissuto a lungo in Valle? «Eccome no!Un mio rammarico è non avere concretizzato un suo progetto su una storia d’Italia attraverso le canzoni d’epoca. Appartiene alla generazione del dopoguerra, piena di inventori di arte di tutti i tipi, a cui devo tutto. Pogliotti era uno di questi, ed è stato un antesignano di quelli che hanno preso sul serio la musica popolare. Purtroppo in Italia si dimentica facilmente, basti pensare che è stato dimenticato uno come Domenico Modugno. Così i nostri ragazzi non hanno modelli e si accontentano di quello che passa il convento.» Orchestra Italiana IMG_5388Le nuove generazioni finiscono anche per non appassionarsi alla musica pur avendone a disposizione quanta ne vogliono, mentre ad Arbore, nella Foggia dell’immediato dopoguerra, bastarono le finestre, aperte, di casa. «Davano sul circolo americano che c’era di fronte a casa mia, per cui mi addormentavo coi blues, i boogie woogie e tutte quelle canzoni che sono poi entrate nel mio DNA. La mia passione per il jazz si chiama, invece, Louis Armstrong. Il momento più emozionante della mia vita è stato quando, dopo aver cantato “Mi va di cantare” al Festival di Sanremo del 1968, mi ricevette in camerino e senza dire una parola mise la mia mano sul suo cuore

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Il video di “O Sarracino” live a Bard

2 commenti

  1. renzo arbore è il più grande interprete della musica italiana e l’orchestra italiana una grande ambasciatrice della musica napoletana nel mondo

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