La mostra valdostana più “hot” dell’estate è sicuramente quella che fino all’11 settembre si tiene ad Etroubles, nel Centro espositivo di Rue des Vergers 14.
Lo è per l’impatto delle venti foto in mostra, scattate da Mauro Paillex, e per i colorati segni pittorici che vi ha tracciato sopra Patrick Passuello, rivisitando, in chiave moderna, la classica tecnica dell’encausto.
Lo è, soprattutto, per l’emozionante corpo della modella che vi è ritratta: la venticinquenne Angela Louvin. Una fuori dal comune anche per i 22 tatuaggi che ricoprono l’80% della sua pelle, raccontando storie ed aprendo finestre sul suo mondo interiore.
«La maggior parte ha un significato.- confessa- O ricordano cose importanti o sono d’auspicio per un futuro migliore. Oppure sono passioni e sogni nascosti. Quello a cui tengo di più non l’ho ancora fatto e sarà il nome di mio figlio. Anzi, più che il nome, sarà un cervo di buon auspicio per il futuro.»
Per Angela i tatuaggi sono, infatti, “qualcosa tra la tua pelle e il destino”, come li ha definiti Margaret Mazzantini. Per lei un bravo tatuatore è quello in grado di evidenziare gli arcani disegni già presenti sul sottile foglio di tessuto cutaneo.
«Uno di questi è Fabio Filippone di Torvum Tattoo, che è il mio tatuatore di fiducia. I primi tatuaggi li ho fatti, invece, a Venezia, dove studiavo. Avevo già 19 anni, perché ho preferito pensarci un po’ su, visto che sono segni che ti tieni per sempre. Il primo l’ho fatto tra i seni, ed erano due zampe di orso, perché, per la passione che nutro per loro, gli animali sono i soggetti preferiti. Ho tatuato un gufo, un elefante, delle iene ed il prossimo animale che mi farò sarà una volpe.»
Angela lavora al ristorante Sur la place di Piazza della Cattedrale col papà Paolo Louvin. Ed è stato lì che ha conosciuto Mauro Paillex. «Veniva al ristorante ed ha iniziato a fotografarmi col cellulare. Poi ha portato la macchina fotografica e, a dicembre, ha cominciato a fotografarmi per un progetto che ha in mente e, più recentemente, per questo progetto con Passuello.»
«Alessandro Parrella voleva fare una mostra– interviene il cinquantasettenne fotografo aostano- e allora ho lanciato l’idea: ho fotografato una tutta disegnata, perché non facciamo disegnare Passuello su di lei? E’ venuta fuori una bomba, sia per le notevoli dimensioni delle foto stampate su forex, 1.80 x 70-80, sia perché Patrick ha veramente esagerato, “poppizzando” Angela con la sua pittura a campi di colore. E, poi, c’è lei che è una gran gnocca.» Come spesso succede, “gnocca”, in realtà, Angela non si è mai sentita. Anzi i tatuaggi sono stati terapeutici sulla sua autostima. «Ho sempre odiato il mio corpo.– confessa- Non mi piacevo, anche perché ero un po’ più in carne. Ero la classica bruttina. Finché, vedendo una parte del mio corpo vuota, ho iniziato a tatuarmi. E da quel momento ho cominciato a piacermi. E’ una passione che ti prende, esprimendo la tua personalità. Mandando un messaggio alle persone, il tatuaggio si trasforma in una specie di tuo documento di identità.»