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Musica valdostana

LUIS DE JYARYOT al “Festival des peuples minoritaires” di Aosta

Luis de Jyaryot (by Gaetano Lo Presti) IMG_5208
Luis de Jyaryot

Il filo conduttore culturale della “Festa della Valle d’Aosta” di quest’anno sono state le minoranze linguistiche ed etniche, un tema molto caro all’Assessore regionale all’Istruzione Laurent Viérin che ha organizzato un “Collège d’études fédéralistes” (tenutosi dal 2 all’11 settembre all’Institut Agricole Régional) e la prima edizione del “Festival des peuples minoritaires”, che ha visto sfilare al Teatro Romano di Aosta gli “Abnoba” e il gruppo basco degli “Oskorri” (mercoledì 2 settembre), i valdostani Luis de Jyaryot e Maura Susanna e il gruppo “Canta u Populu Corsu” (giovedì 3 settembre) e il gruppo occitano di ragamuffin “Massilia Sound Festival-Peuples-MinoritairSystem” (venerdì 4 settembre). La manifestazione ha un illustre precedente che si svolse il 26 luglio 1976 a Champoluc con la partecipazione del “Coro di Santu Predu” di Nuoro, del cantautore bretone Patrick Ewen, dell’occitano Pietro Beltrami e del valdostano Luis de Jyaryot (accompagnato alla chitarra da un giovanissimo Marco Lavit).

Maura Susanna & Luis de Jyaryot
Maura Susanna & Luis de Jyaryot

Luigi Fosson in arte Luis De Jyaryot,  l’unico presente anche questa volta,  è il cantautore valdostano che negli ultimi trenta anni  ha saputo meglio trovare una via valdostana alla canzone popolare,  confezionando nella lingua dolce di Ayas una manciata di canzoni di cui la Valle può menar vanto: da “Trent’an d’otonomie” a “Dor meinà”, da “Li an” a “La mineur”. Nell’occasione, accompagnato da un gruppo in cui spiccavano il pianista Giorgio Negro e l’organettista e violinista Remy Boniface,  ha riproposto alcuni suoi cavalli di battaglia degli anni Settanta, come “La novela de Jan Kapon” e “Jozefine” (una “bocca di rosa” valdostana che dava agli uomini del paese più amore di quanto loro dessero a lei) , ed una “quasi” novità:  la ballata “Delva”. «E’ il nome di un cavallo bianco– ha spiegato- che, quando mio nonno agli inizi del secolo emigrò in Australia, lo seguì per tutto il tragitto da Perth fino alla zona mineraria di Kalgoorlie dove, finalmente, si fece prendere, quasi ad indicargli che quella era la sua meta.»

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