Il 2 dicembre, sul palco del Teatro Giacosa di Aosta, dove si è tenuta la premiazione della quattordicesima edizione del Premio internazionale “La donna dell’anno”, tra tante donne premiate e premianti c’era anche una “donna in evoluzione”: la trentaquattrenne cantautrice pugliese Emanuela Trane, in arte Dolcenera. Evoluzione artistica e personale, la sua, ma, soprattutto, “evoluzione della specie”. Che, poi, è il titolo del suo ultimo cd, pubblicato a maggio.
«Nella canzone omonima affronto in maniera ironica le eterne differenze tra uomo e donna.– ha spiegato, prima del concerto, Dolcenera- Se gli uomini, amanti del potere, sono “schiavi più che saggi”, io sono una ragazza idealista, “di una specie in estinzione che cerca maschio innamorato per salvare il mondo intero”. In questa, come in altre canzoni del cd canto la figura di donna che piace a me: che rimane sognatrice, segreta, che non usa sotterfugi per arrivare a ottenere ciò che vuole.» Una “specie in via d’estinzione”, appunto, se si guarda il modello femminile che esce dalle prime pagine dei giornali. Prime pagine su cui, nel settembre scorso, è finita anche Dolcenera. Per di più di un giornale, “Playboy”, che dalle donne non è mai stato visto di buon occhio.
«Il servizio– ha raccontato- è nato durante le riprese del video della canzone ”L’amore è un gioco”, cui “Playboy” ha collaborato con quattro sue “conigliette”. Al direttore è nata l’idea di fare il servizio, ed io ho accettato perché mi sentivo bene fisicamente, visto che facevo tanto sport. Questo mi ha fatto anche sentire bella, anche se il mio fisico è lontano dai canoni della bellezza prosperosa. Tutto è venuto in modo abbastanza semplice e naturale e le foto mi riprendono in posizioni intime ma non volgari.»
Dolcenera vi appare, indubbiamente, diversa rispetto dalla rabbiosa rocker degli esordi che la critica musicale paragonò a cantanti come Nina Hagen e Janis Joplin ed alla quale il “Rockmuseum” di Monaco di Baviera ha dedicato uno spazio. O da quella che nel 2003 esordì “col botto” al Festival di Sanremo, vincendo le “Nuove Proposte” con “Siamo tutti là fuori”. O, ancora, da quella che nel 2005 vinse il reality show “Music Farm”, facendo andando fuori di melone (e dal reality) Francesco Baccini.
«Mi piace essere cangiante e stupirmi.- ha ammesso- Non a caso il mio riferimento musicale è David Bowie che è stato un grande camaleonte. Anche musicalmente sono sempre in evoluzione: c’è stato il periodo dark, quello della rabbia, quello della ricerca del suono. Il comun denominatore ritengo sia la mia parte inquieta, un pò dark, che fa sì che non sia formale e nei testi mantenga una punta di crudezza. Anche se, poi, in fondo, sono dolce.» Anche per questo ha preso in prestito il nome d’arte, Dolcenera, dal titolo di una canzone di Fabrizio De Andrè. «Il contrasto tra la dolcezza e la forza dell’acqua di cui parla la canzone c’è anche nel mio modo di cantare, suonare e scrivere. Chiaroscuri che sono stati messi in evidenza nella tournèe teatrale che sto facendo, dove, oltre a cantare, recito.»
Non crediate però che questa affermazione sia superficiale, perch� troppe volte, anche in chi cerca la Luce, la bocca è piena di parole, ma la vita non le conferma.