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Arte MUSICA Valle d'Aosta

ARTE (17) Il TEATRO ROMANO di Aosta rivive grazie ai suoni e alle luci di MASSIMO GIUNTOLI

Dopo che da anni spettacoli di luce e suoni esaltano le architetture dei monumenti simbolo di tutto il mondo (dalle Piramidi alla Tour Eiffel), per la serie “non facciamoci mancare nulla” da stasera animeranno anche la maestosa facciata fenestrata del Teatro Romano di Aosta. “Théâtre et lumières”, questo il nome dell’iniziativa, prevede spettacoli ad ingresso gratuito della durata di 15 minuti che tutti i lunedì di luglio ed agosto (eccetto il 19 luglio) saranno ripetuti, tra le 21 e le 23, ogni 30 minuti . Lo spettacolo è completato dalla colonna sonora composta appositamente dal musicista milanese Massimo Giuntoli, che l’iniziativa ha ideato e realizzato per conto dell’Assessorato regionale all’Istruzione e Cultura. «La peculiarità del lavoro– spiega – è stata di pensare insieme musica e luci grazie ad un unico software, Cubase, normalmente pensato solo per la musica. In ognuna delle infinite tracce disponibili si possono registrare i singoli strumenti, ma, anche i singoli colori di ogni faro, facendo coincidere, con precisione assoluta, il singolo evento luminoso con ogni nota o suono.» Se si pensa che saranno utilizzati una settantina di fari a LED (che, grazie alla tecnologia Rgb, consentono di programmare le variazioni cromatiche) più un faro ad incandescenza per ogni arco, si possono immaginare le suggestioni che animeranno la facciata e le gradinate semicircolari della cavea. «Non ho voluto puntare su effetti speciali– precisa Giuntoli- quanto, piuttosto, su una dimensione emozionale più poetica. Lo spettacolo ripercorrerà la storia del monumento, enfatizzandone il valore estetico e rivelandone progressivamente la struttura architettonica. Ho evitato di usare tonalità di colore troppo accese, oscillando tra la freddezza del blu ghiaccio, che evoca la notte e l’abbandono che il monumento ha conosciuto, e le tonalità più calde che sottolineano i momenti di vitalità e di potenza dell’impero romano. L’alternarsi delle luci con la magia del buio della notte farà sì che il ricordo del Teatro si imprima nella mente in modo significativo.» Pianista, compositore, artista multimediale, Giuntoli lo scorso anno aveva curato “Sons&lumières”, un’installazione multimediale per la mostra “The Art of Games” che aveva valorizzato l’architettura del Centro Saint-Bénin. «La luce rivela la materia e, quindi, lo spazio. Il lavorare su geometrie di luce in relazione alla musica significa sperimentare una percezione inusuale, nuova e creativa, degli spazi stessi. La musica, diffusa con il supporto tecnico di Alberto Bich, evocherà suoni dell’antica Roma reinterpretati in chiave contemporanea grazie ai riferimenti ai kolossal cinematografici hollywoodiani. Senza dimenticare il mio background “progressive” che si esprime nell’uso di tempi dispari che cambiano frequentemente, anche ad ogni battuta, giocando sull’architettura del monumento in modo dinamico, quasi da cartone animato

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