Un deltaplano ha caratterizzato la scenografia del concerto che il cantautore brasiliano Caetano Veloso ha tenuto il 31 luglio nella Piazza d’Armi del Forte di Bard per la rassegna “MusicaStelle” dell’assessorato regionale del Turismo.
«E‘ un pò il simbolo di Rio.– ha spiegato, prima del concerto, Veloso- Dietro scorrono immagini di favelas e nuvoloni scuri sul mare e il deltaplano permette di volare su tutto questo.»
E’ volando controvento “senza bavagli né documenti” (come canta in “Alegria, alegria”) che Veloso è diventato un’icona della musica brasiliana. Per lo stesso motivo, nel 1969, ha vissuto il carcere e l’esilio inflittogli da un regime militare che mal digeriva le pretese di libertà invocate dal “Tropicalismo”, movimento culturale di cui Veloso è stato tra i fondatori. A Londra, dove riparò, nutrì la sua musica con il rock, dando inizio a quel “cannibalismo culturale” che lo contraddistingue.
«La verità– ha precisato- è che sono di Santo Amaro, (il paese dove è nato il 7 agosto 1942: n.d.r.). Tutto quello che ho nel mio bagaglio culturale l’ho ascoltato lì. Dalla grande canzone americana alle melodie ispano-americane, dai primi vagiti del rock al fado portoghese. E, poi, le ballate italiane degli anni Cinquanta e Sessanta che in Brasile si ascoltano spesso nelle telenovelas e in qualche film. Quando, recentemente, ho sentito “Io che amo solo te” di Endrigo nel film “Saneamento básico” ho pianto. Sono molto legato anche al vostro cinema, in particolare a Fellini ed Antonioni che, insieme a Godard e Glauber Rocha sono presenti in tante mie canzoni. Ho sempre immaginato le mie canzoni come piccoli film.»
A Bard Veloso è arrivato con il tour legato alla pubblicazione dell’ultimo cd “Zii e zie” (titolo ispirato dalla lettura di “Istanbul” di Orhan Pamuk), in cui è accompagnato dai giovani Pedro Sa (chitarra), Ricardo Diaz Gomes (basso) e Marcello Callado (batteria).
«E’ un show che accosta le canzoni del nuovo cd con versioni aggiornate di quelle “tropicaliste” interpretate negli anni Sessanta con gruppi rock come i “Mutantes” e i “Beat Boys”. Ci sono arrangiamenti crudi e duri, ma anche la dolcezza della mia voce di “soft brazilian singer”. Accanto a canzoni oscure e acide come “Por quem?”, c’è “Sem cais” che descrive la mia paura di tornare ad innamorarmi di una ragazza sconosciuta.»
Recentemente lei si è dichiarato deluso dal presidente brasiliano Lula, che in passato aveva sostenuto, ed è stato criticato da Fidel Castro per la canzone “Base de Guantànamo”. Non pensa che, come cantava Fabrizio De Andrè, “non ci sono poteri buoni”, e, inevitabilmente, la libertà intellettuale tipica degli artisti si scontri con qualsiasi tipo di Potere?«Non sono deluso da Lula. Una volta diventato presidente ha mantenuto tutto quel che di buono aveva fatto l’amministrazione precedente di Fernando Henrique Cardoso. Così il Brasile e cresciuto e la differenza fra i poveri e i ricchi è, per la prima volta, caduta. Nella sua azione è stato aiutato dalla fortuna perché la Cina ha cominciato a comperare “commodities” in grandi quantità. Quello che non mi è piaciuto è, invece, che Lula abbia sostenuto pubblicamente la vittoria elettorale iraniana prima che il potere teocratico facesse le revisioni libertarie. O anche che non abbia voluto parlare coi dissidenti cubani quando è andato all’Avana, nonostante gli avessero scritto una lettera chiedendo che perorasse la loro causa. E uno di essi è morto proprio il giorno che lui ha parlato coi fratelli Castro. Penso che si sarebbe trattato di un atto di rispetto ed umanità verso i dissidenti. Anche perché queste sono posizioni di sinistra che lui e la gente del sua partito erano soliti assumere prima che diventasse presidente. Queste cose non mi piacciono. Sono come le “torcidas” del calcio. La frase de De Andrè è bella e piena di verità. Sono, però, sicuro che i poteri che Lula e Castro rappresentano sono più buoni del potere dei militari che mi ha esiliato. E anche che Obama è meglio di Bush.»
SCALETTA DEL CONCERTO DI BARD
A voz do morto
Sem cais
Trem das cores
Perdeu
Por quem?
Lobao tem razao
Maria Bethania
Irene
Volver
Aquele frevo axe
Tarado ni vocè
Nao identificado
Odeio
Base de Guantanamo
Lapa
Agua
A cor amarela
Eu sou neguinha
Bis
O Leaozinho
Menino do Rio
Falso Leblon
Manjar de reis
Tieta
Grazie del bel resoconto, e della scaletta 😉