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Cantautori

Gli sbuffi di veleno e rabbia di PAOLO PIETRANGELI, l’autore di “Contessa”

Veleggiava ormai intorno ai cinquant’anni (era nato a Roma il 29 aprile 1945) ed aveva qualche by-pass. Ma quando il cantautore romano Paolo Pietrangeli ruggiva gli antichi inni della protesta sessantottina il vento tornava «a fischiare più forte». E le corde della sua chitarra si rompevano, come successe al termine del concerto tenuto il 25 maggio 1996 al Folk Club di Torino. Proprio mentre cantava il suo canto più rappresentativo: “Contessa”, l’inno del Sessantotto italiano. «”Contessa” è nata nel maggio 1966 per un complesso di colpa.– mi confessò- Durante la prima occupazione della Facoltà di Lettere di Roma, subito dopo l’uccisione dello studente Paolo Rossi, io occupavo di giorno, ma la sera, un po’ per vigliaccheria ed un po’ per pigrizia, andavo a casa. Per cui i miei compagni e, soprattutto, la mia fidanzata dell’epoca mi sfottevano. Così ho scritto la canzone per dimostrare il mio impegno. E’ costruita accostando luoghi comuni uno in fila all’altro fino a soffocare dalla nausea.»

Pietrangeli al Maurizio Costanzo Show

Gli feci notare che la canzone sociale prodotta in Valle d’Aosta sembrava quasi fosse come il morbillo: si faceva da giovani e poi “passava”. «Si vede che a me il morbillo non è mai passato.- rispose pronto- Credo che la canzone “contro” sia una disposizione della mente. Io ho la fortuna di fare un altro lavoro e, quindi, non ho nessuna ragione di comporre canzoni se non l’urgenza di farlo. Credo che la discriminante sia questa: avere l’urgenza di raccontare qualcosa».

Francesco Guccini, Pietrangeli e Giovanna Marini

Accanto alla rabbia de “Il vestito di Rossini” e della “Risoluzione dei Comunardi” (cantate in coro dal pubblico del Folk Club), la produzione più recente sciorinata nell’occasione mostrò toni più intimistici. «Le ultime canzoni sono costruite come dei piccoli film.- spiegò- Non c’è l’esposizione di un pensiero dall’inizio alla fine, bensì il montaggio cinematografico di tanti piccoli flash. Forse è dovuto anche alla mia attuale attività di regista cinematografico e televisivo». Era, infatti, stato aiuto regista di Luchino Visconti in “Morte a Venezia” e nel 1977 aveva diretto il film “Porci con le ali“. Per 20 anni, poi, era stato il regista  del Maurizio Costanzo Show.

PREMIO TENCO 1975

«Ogni tanto, comunque, prendo ancora adesso le canzoni di petto- concluse- come nel “Massimo del minimo”. Sono degli sbuffi di veleno o di rabbia o di incazzatura». Nell’ottobre 2021 è stato premiato con un Premio Tenco alla carriera, senza che abbia potuto intervenire per ritirare il premio perché gravemente malato. La motivazione è stata: “L’esuberanza e il fervore giovanile che all’età di vent’anni gli hanno ispirato “Contessa” hanno creato di lui l’immagine di un autore esclusivamente orientato a inni roboanti. Nulla di più lontano dalla sua vena poetica, costruita casomai sulla bonaria ironia e sul dubbio continuo in grado di rimettere in discussione ogni verità che si ritiene assoluta. Maestro del linguaggio dai virtuosismi verbali, inventore di immagini esotiche, eretiche ed erotiche, dispensa aneddoti e riflessioni danzando su sintassi musicali sapienti e, al contempo, di immediata presa, come si addice ai veri creatori di canzoni popolari“. Per l’occasione Altan gli aveva dedicato un disegno che ricordava “Contessa”. Paolo Pietrangeli è morto il 22 novembre 2021, all’età di 76 anni.

 

 

1 comment

  1. A costo di apparire ultrapresuntuoso, confesso una cosa: quando, nel ’68 o giù di lì ho ascoltato le parole di Contessa, non avevo sentito la musica originale. Per cui, arrangiandomi sulla chitarra …. ho rimusicato tutta la parte iniziale (fino a chissà quanto tempo ci vottà per pulir) Il verso si conclude su un LA7 (diverso dal FA M dell’ originale) che crea una tensione drammatica perfetta per introdurre “Compagni dai campi”. Scusandomi con Pietrangeli, continuo con la mia versione…..

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