Il nome, AljazZera, è nelle orecchie di tutti per via della voluta assonanza con il noto network del Quatar. Ma nelle orecchie rimane anche la loro musica all’ascolto dell’omonimo cd che, pubblicato a gennaio, ha ricevuto entusiastiche recensioni dai periodici specializzati. A cominciare da “Musica Jazz”, che, nel numero di aprile, scrive che “muniti di mappe rock e indicazioni free, imboccano le vie dell’oriente con spirito avventuriero, riuscendo a evitare ogni stasi stilistica né carne né pesce.” Non potrebbe essere diversamente con musicisti giovani, curiosi e bravissimi come il valdostano Manuel Pramotton (sax tenore) ed i torinesi Federico Marchesano (contrabbasso) e Donato Stolfi (batteria). «Il nome deriva dal fatto che siamo partiti dalla passione comune per le sonorità mediorientali.– spiegano- Ma questa rimane solo una suggestione che passa attraverso tutti i nostri ascolti, rock compreso. D’altronde per noi l’idea di jazz è legata alla contaminazione che lo ha sempre caratterizzato. Indubbiamente ne usiamo la tecnica dell’improvvisazione, ma, per il resto siamo liberi, per cui se c’è da suonare metal non ci facciamo problemi.»
Non a caso le distorsioni di “Seth” ricordano Jimi Hendrix e la loro versione live di “A night in Tunisia” è ispirata al death metal dei Meshuggah. Nel “Tema per Cavagnolo”, poi, le note lunghe del sax si mischiano con sospiri e sfregolii da musica concreta. A predominare sono, in ogni caso, i ritmi e le atmosfere della musica maghrebina resi accattivanti all’orecchio occidentale da un approccio rock speziato di ironia (la loro “Ducati 271” si riferisce al modello di scarpa che, nel 2008, il giornalista iracheno Muntazer al-Zaidi lanciò contro Bush in una conferenza stampa). «E’ come essere in macchina in mezzo al traffico di Rabat che vi ascoltate Miles Davis– spiegano- ma coi finestrini aperti si sente anche il muezzin che chiama I fedeli alla preghiera e tanto altro.» Il progetto ha destato l’interesse delle grandi rassegne jazzistiche, per cui il 3 luglio si sono esibiti al prestigioso Montreaux Jazz Festival e, ad aprile, al Torino Jazz Festival. In quest’ultima occasione li ha affiancati la cantante tunisina Lamia Bedioui, che ha già inciso con ECM. Ne è nata una collaborazione che, vicende economiche permettendo, potrebbe sfociare nella partecipazione al Festival Jazz di Atene.