Un gruppo che si chiama Baustelle (che in tedesco significa “cantiere”) non può che fare della sua musica un continuo “work in progress”. Lo conferma il loro tour “Minimal Fantasma” partito il 29 novembre dal Teatro Splendor di Aosta, nell’ambito della Saison Culturelle.
A 10 mesi dalla pubblicazione del cd “Fantasma”, il gruppo toscano ha, “come nei film porno, sentito un irrefrenabile bisogno di spogliarsi” dalle vesti lussureggianti che avevano caratterizzato un lavoro che ha segnato una decisa svolta verso la musica classica. Tra citazioni di Mahler ed Olivier Messiaen, un’orchestra sinfonica ed un nutrito gruppo corale vi hanno, infatti, rivestito canzoni molto articolate ed assimilabili a moderni lieder.
Un progetto kolossal che in questa ripresa del tour è, invece,reso in forma “minimal”, con strumenti acustici ed il quartetto AltriArchi al posto dell’orchestra. «Abbiamo pensato di farne una versione più intima e cameristica, mirando alla loro sostanza», ha spiegato, prima del concerto, Francesco Bianconi, leader, nonché cantante e chitarrista del gruppo. Con Rachele Bastreghi (voce, piano) e Claudio Brasini (chitarre acustiche ed elettriche), costituisce il nucleo storico di un gruppo che in 17 anni di vita e sei album si è imposto come una delle realtà più interessanti del panorama musicale italiana.
E’ anche l’autore dei testi, visionari e ricchi di citazioni letterarie, di quasi tutte le canzoni dell’album, che hanno come filo conduttore il tempo. «Se ne era parlato anche per altri nostri album, ma questo è il nostro primo concept album volontario. In realtà più che “concept”, che mi fa pensare a certi dischi del progressive che ho detestato, preferirei parlare di una raccolta di canzoni a tema. Un po’ come quelli di De Andrè, come “Non al denaro” e “Storia di un impiegato”, che ritengo tra i più bei dischi della musica italiana di tutti i tempi. Ma, anche, come la colonna sonora del film “Milano calibro 9” realizzata dagli Osanna con musiche di Bacalov.»
Nelle sette tappe di questo tour il gruppo svilupperà il tema del tempo pescando anche dal suo passato (in particolare da “La moda del lento” che, a dieci anni dall’uscita, il 3 dicembre tornerà nei negozi) o da altri autori. Ad Aosta, in particolare, si sono potuti ascoltare “Stranizza d’amuri” di Battiato e due traduzioni di Bianconi di brani di The Divine Comedy (“Signora ricca di una certa età”) e Lee Hazlewood (“Il mio autunno”).
Il tutto esaltato e reso consequenziale dalle voci evocative di Bianconi e Bastrenghi ed unificato da una veste cameristica che ha sottratto i brani ad una precisa dimensione spazio-temporale né, tantomeno, di genere. Ne è venuto fuori un concerto molto godibile, grazie anche la virtù magica nel creare melodie che il gruppo, indubbiamente, ha, ma, anche, di grande spessore culturale. «Il fare canzoni– aveva, del resto,spiegato Bianconi- ha una funzione importantissima, perché sono un mezzo sintetico e popolare per tramandare il sapere e trasmettere emozioni, una cosa di cui l’essere umano ha bisogno per lenire, almeno per un attimo, il male di vivere.»
Tra i musicisti che hanno accompagnato i Baustelle ad Aosta, oltre ad Ettore Bianconi (tastiere e melodica) e Diego Palazzo (chitarra e piano), c’era il bassista Alessandro Maiorino, romano, ma valdostano d’adozione per avere sposato la grafica aostana Marina Vettorato e perchè insegna alla S.F.O.M. della Fondazione Viglino. «Collabora con noi dal 2007 ed è coautore di alcuni pezzi di “Fantasma”.– ha affermato Bianconi- E’ un grande amico ed un musicista eccezionale, che, da jazzista, ci da un tocco di classe ed improvvisazione che non guasta.»
SCALETTA
Il futuro
Nessuno
Radioattività
Cristina
Reclame
L’aeroplano
Perchè una ragazza d’oggi può uccidersi
Moda del lento
Corvo Joe
Signora Ricca di una certa età
Sergio
Monumentale
Il mio autunno
Cuore di tenebra
BIS
Stranizza d’amuri
U.R.A.M.
La canzone del Riformatorio
Gomma
La Guerra è finita
Charlie fa surf