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Cinema Jukebox

JUKEBOX (26)- Adagio da “Landscape in the mist” di ELENI KARAINDROU

Eleni Karaindrou

safe_imageIl cinema e la musica da film erano scritte nel destino della compositrice greca Eleni Karaindrou (Teichio 25 novembre 1941). Almeno fin da quando, a 7 anni, si trasferì ad Atene, dove, dalla finestra della camera da letto di casa, poteva vedere tutte le sere i film proiettati nel vicino cinema all’aperto.

Inevitabilmente già nelle prime canzoni, scritte per Maria Farantouri, alcuni amici che lavoravano nel cinema sentirono qualcosa di cinematografico, spingendola a scrivere colonne sonore

Prese, così, a comporre musiche per alcuni documentari e film,  finchè nel 1982, al Thessaloniki Film Festival, incontrò il regista Theo Angelopoulos. Nacque una magica simbiosi artistica che si è protratta fino alla morte del regista, avvenuta nel 2012.

«Angelopoulos ha girato scene che hanno coreografato la mia musica .- ha detto Eleni- Aveva il talento di riuscire ad inserire perfettamente le musiche nei suoi film, facendo in modo che l’immagine diventasse tutt’uno con la musica e questa portasse in superficie quello che non era detto dalle immagini.»

Greek director Theo Angelopoulos poses dUn perfetto esempio è l’Adagio che accompagna il piano sequenza della scena finale di “Landscape in the mist-Paesaggio nella nebbia”, Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia del 1988.

Nel film l’undicenne Voula e il fratellino Alexandros intraprendono un viaggio attraverso la Grecia per raggiungere, in Germania, il padre, che non hanno mai conosciuto, scoprendo che, in realtà, esiste soltanto come una pietosa bugia della madre.

Eleni+Karaindrou+Vangelis+Christopoulos+Alexandros+oboeDopo il dolore, la crudeltà (lo stupro), il primo amore, la disillusione (sul padre…), la morte, il cerchio delle esistenze (la piccola Voula prostituta? Tutto fa pensare che anche la madre lo sia) i due ragazzi finiscono per abbracciare l’albero genealogico “primigenio”, in un Paradiso indefinito avvolto nella nebbia.

La musica classicheggiante della Karaindrou riveste le immagini con un tappeto sonoro avvolgente e dal respiro struggente su cui si staglia la bellissima melodia suonata dall’oboista Hristopolus Vangelis, fedele collaboratore della compositrice. «Quando lo sentii per la prima volta mi fece piangere.- ha raccontato la Karaindrou- Da allora ogni volta che compongo il suo oboe è il mio punto di partenza

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