«Il segreto della mia longevità vocale? Il fiato.» Così rispondeva il baritono Giuseppe Valdengo a chi si meravigliava della freschezza della sua voce nel Cd, “Benedicam Dominum”, registrato alla veneranda età di 86 anni. Aggiungendo, con tono scherzoso, che «per cantare ci vuole tanta papa, poca pepa e niente pipa.»
Nato a Torino il 24 maggio 1914, Valdengo si era affermato come interprete verdiano e dell’opera italiana in genere calcando i palcoscenici dei maggiori teatri lirici del mondo e cantando sotto la direzione di maestri leggendari: da De Sabata a Böhm, da Bernstein a Gavazzeni. Impressionante, poi, l’elenco dei suoi partners vocali: da Tito Schipa a Renata Tebaldi, da Beniamino Gigli a Giuseppe Di Stefano.
Con Galeffi e Stabile, è stato uno dei tre baritoni preferiti da Arturo Toscanini, che nel 1947 lo volle interprete di Jago per l’ “Otello” da lui diretto alla N.B.C. di New York. Tale fu il successo, che il Metropolitan di New York scritturò Valdengo per dieci stagioni consecutive, caratterizzate da interpretazioni di riferimento del “Falstaff” e dell’”Aida” dirette da Toscanini (quest’ultima, nel 1949, fu la prima un’opera lirica trasmessa in televisione).
«Gli piaceva il mio “bel colore di voce all’antica.-ricordava Valdengo- Toscanini capiva i nostri problemi fino al punto che per incoraggiarmi in un passaggio difficile mi disse: Baloss (biricchino in parmigiano: n.d.r.), tu canta che io t’accompagno. Sapeva che il nostro era il suo successo, perché, in fondo, di lui la gente vedeva il sedere, mentre eravamo noi quelli che ci mettevano la faccia».
Nel 1966, amareggiato dal mondo della lirica, si era ritirato a Saint-Vincent, dedicandosi, da “eurobaritono di seconda mano, come nuovo”, all’insegnamento (fra i suoi innumerevoli allievi si sono distinti i valdostani Bruno Praticò, Mirella Caponetti e Federico Longhi). Importante anche la sua opera di animatore culturale, che in Valle lo portò a creare le “Semaines Musicales” di Saint Vincent e Saint Pierre e il cenacolo “Italo Mus”, e organizzare conferenze, opere in forma di concerto e alcune stagioni liriche degli anni ’70. Giuseppe Valdengo si è spento il 4 ottobre 2007, all’ospedale di Aosta, dove da qualche giorno era ricoverato nel reparto di Cardiologia.
Gentilissimo Gaetano, mi piacerebbe pubblicare il tuo bell’articolo su Giuseppe Valdengo sul sito http://www.friendsofverdi.org che nel prossimo numero si occupa di “Falstaff”.
Valdengo, tra l’altro, è stato il primo “cavaliere” del Club dei 27.
Giuseppe Valdengo, 1975
Luciano Pavarotti,1976
Renata Tebaldi, 1979
Mirella Freni, 1980
Romano Gandolfi, 1980
Renato Bruson 1981
Corale Verdi – Parma, 1982
Beniamino Gigli, 1982
Franco Corelli, 1985
Carlo Bergonzi,1986
Piero Cappuccilli, 1988
Giulietta Simionato, 1988
Leo Nucci, 1993
Riccardo Muti, 1994
Claudio Abbado 1995
Pierluigi Petrobelli, 1999
Renata Scotto, 2001
Placido Domingo, 2001
José Carreras, 2005
Zubin Mehta, 2009
Fiorenza Cossotto, 2013
Pier Luigi Pizzi, 2013
Donato Renzetti, 2013
Philip Gossett, 2013
Ferruccio Furlanetto, 2014
Spero di sentirla presto,
con simpatia
Giancarlo
Va bene, Giancarlo. Naturalmente firmato da me. Grazie dell’onore.