
“We want the world, and we want it now (Vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso)”. Lo cantava Jim Morrison nel 1968, esprimendo la voglia, tipica dei giovani musicisti di quegli anni, di poter decidere del proprio destino. A più di mezzo secolo di distanza sembra che quell’antico sogno possa concretizzarsi. Non più, però, velocemente con una rivoluzione, ma gradualmente attraverso elezioni. E non più anarchicamente da cani sciolti, ma inquadrati in partiti politici.

Premesso che sono musicisti anche il Senatore Albert Laniece e l’onorevole Elisa Tripodi, é, infatti, alta la percentuale di musicisti inseriti nelle liste delle elezioni regionali e comunali valdostane 2020. Tutti i generi musicali sono rappresentati: dalla musica per banda, (Walter Chenuil e Giancarlo Telloli) ai cori (Angelo Filippini, Christian Chouquer e Roberto Luboz), dal metal (Riccardo Taraglio) alla classica (Gianni Nuti, Stefano Viola e Federico Marchetti), dal liscio (Erik Bionaz e Federico Cabraz) al cantautorato. Quest’ultima è la categoria più rappresentata. Si va dagli storici Luigi Fosson, in arte Luis de Jyaryot, e Maura Susanna a Philippe Emilio Milleret (imprenditore e cantautore, come si presenta), François Marie Peaquin e Simone Perron. Per non parlare di Christian Sarteur, cantautore patoisant inserito nella musicalissima lista di Pays d’Aoste Souverain. «La presenza nella nostra lista di ben tre cantautori- spiega Luigi Fosson- è probabilmente legata al fatto che chi scrive canzoni interpreta, in genere, i sentimenti della gente. Grazie a questo i cantastorie sono da sempre un megafono del sentire comune. Messe in musica le riflessioni che cerchiamo di trasmettere nei nostri brani arrivano maggiormente. Rendendoci anche più credibili>. Con tutti questi musicisti potrebbe, poi, fare un bel festival Francesco Battisti, lo storico organizzatore di Aosta Classica, anche lui sceso in campo con Vallée d’Aoste Unie. Non tutti hanno, però, visto di buon occhio l’entrata in politica dei musicisti. E qualcuno li ha attaccati proprio sul loro mestiere. <Non basta suonare una chitarra per risolvere tutti i problemi>, ha detto Sergio Togni della Lega, con chiaro riferimento a Gianni Nuti, suo concorrente per la poltrona di Sindaco di Aosta. <Il musicista ha un pensiero divergente che tende a sparigliare le carte.- ribatte il Coordinatore della SFOM- Per essere creativo ed espressivo deve per forza vedere la realtà da un’altra prospettiva, per cui risulta inafferrabile a chi è più strutturato. D’altra parte la Scienza ci insegna che fare musica aumenta la capacità di adattamento alla realtà, cosa di cui in questi tempi c’è un gran bisogno>. Circa l’aumentata partecipazione dei musicisti, Nuti ha le idee chiare: <Il primo motivo è che in Valle d’Aosta c’è una percentuale di musicisti superiore a quella del resto d’Italia. Ma potrebbe anche essere che, essendo la Musica una grande portatrice d’identità, quando, come in questo momento, l’identità è in pericolo, con conseguente disorientamento generale, non mi sembra poi così peregrino che i musicisti si mobilitino>. Concorda con questa analisi il bassista dei Crohm Riccardo Taraglio: <Quando la società affonda per mancanza di ideali, ecco che gli artisti lanciano un pensiero che possa illuminare il cammino e guardare un po’ più in alto e lontano. Tutti gli Stati nascono dai sognatori, ma poi vengono amministrati dai politici, ingabbiati dai tecnocrati/burocrati e distrutti dagli speculatori. Per rinascere hanno, quindi, bisogno dei sogni degli artisti e dei creativi in genere, gli unici che sono ancora capaci di sognare mentre il materialismo attanaglia ogni aspetto della società>.
