Come nella casciaforte di una celebre canzone napoletana, i cassetti custodiscono reliquie e cimeli di scarso valore materiale ma di grande significato affettivo. Ne conviene anche René Monjoie, ottantatreenne fotografo parigino, ad Aosta dal 1970.
<Una mattina mi son svegliato e mi ha colpito il contenuto del cassetto del mio comodino.- ricorda- C’era la medicina che devo prendere al mattino, il tappo dello champagne bevuto alla nascita di mio nipote ed un pugno di ferro per rendere più violento il pugno. C’era anche una piccola automobilina scostata che negli anni 40 mio padre mi aveva portato dal Marais. L’aveva trovata in un appartamento di ebrei che nel luglio 1942 erano stati rastrellati al Velodromo d’Inverno di Parigi. Così ho preso il telefonino ed ho fatto una foto, poi ne ho parlato con Luciano per farne eventualmente una mostra da lanciare su internet>.
Luciano, che di cognome fa Seghesio e con la moglie Daniela Grivon gestisce la smart gallery Inarttendu di Via Martinet, ad Aosta, l’ha subito assecondato. Nel marzo 2021 hanno, così, lanciato sui social l’invito a fotografare il contenuto dei propri cassetti. Hanno risposto una ventina di persone, e le loro 30 fotografie, stampate in formato 20x 30, dal 28 maggio sono in mostra da Inarttendu.
A parte Monjoie ed Enzo Massa Micon, non si tratta di professionisti, quanto piuttosto di gente comune che per fare le foto ha utilizzato in genere il cellulare. Rispettando l’inquadratura dall’alto consigliata, col cassetto hanno aperto anche lati più o meno nascosti della propria personalità.
Accessori del lavoro di artigiano affiorano, per esempio, da quello di Stefano Massetto, obsoleti giochi elettronici da quello della grafica Marina Vettorato e materiali di cancelleria da quello di Remo Prodoti. E, ancora, foto di famiglia in quello di Paolo Salomone, il necessaire per infilare collane in quello di Romilda Boccia e bottoni in quello della figlia di Monjoie, Barbara. Ma in mostra ci sono anche i cassetti di Paola ed Alberto Brusa, Cesare Gerbelle, Maurizio Casale, Maurizio Parravicini, Silvia Castellaro, Barbara Wahl, Francesca Zanivan e Monica Zafra.
La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta fino al 30 giugno, con orario 10-12 e 14-18.

Fantastique ! merci mon EGO en est “conflé à bloc”
J’espère être parvenu à m’ inscrire à ton blog sans l’assistance de mon Petit-fils