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Musica valdostana

“VdA Pop: I cantautori ritrovati” di Giorgio Negro allo Splendor di Aosta

Ha vinto, anche se ha perso, Giorgio Negro. Ha vinto la scommessa artistica di riportare alla ribalta cantautori pop valdostani del passato che hanno avuto più riscontri fuori Valle (in manifestazioni quali Sanremo Giovani e Festival di Castrocaro) che a livello locale. Ha perso, Giorgio Negro, per la scarsa affluenza al Teatro Splendor causata dai troppi e meglio pubblicizzati concerti che la sera del 17 giugno si sono tenuti in concomitanza al suo “VdA Pop: I cantautori ritrovati” inserito nella rassegna Printemps en Musique. Solo un centinaio gli spettatori, nonostante i 15 musicisti valdostani sfilati sul palco.

Jean-Pierre Scapillato,

Un “pubblico colto di una certa levatura”, come lo ha definito, che ha mostrato, comunque, di apprezzare un concerto, condotto con garbo da Negro e Barbara Zenato, che si è mosso a cavallo tra il secondo ed il terzo millennio, con un «amarcord» sociale e musicale del decennio in cui un’ottantina di musicisti registrarono all’MSG Studio che Negro aveva a Valpelline. «E’ un’epoca, neppure troppo lontana,– ha spiegato Negro- che rappresenta l’antitesi della canzone pop attuale, sempre più un prodotto usa e getta, da consumare velocemente. I testi di questi cantautori costruiscono il frame di una società che non esiste più, dove ancora la mercificazione e l’esibizione impudica dei sentimenti non era all’ordine del giorno». Parole di verità destinate a quei pochi che attualmente hanno ancora la pazienza di ascoltarle e/o leggerle e, addirittura, rifletterci. Veri si sono sicuramente dimostrati i quattro cantautori protagonisti della serata.

Cosimo Cazzato

Come Paolo Marcoz, l’intellettuale del gruppo, che oggi si occupa di termotecnica ed addestra cani, ma che in passato era stato capace di scrivere canzoni come “Anima eterna”, “E si aprono i cancelli” e “Sorrisi” (dedicata al nonno, poeta dialettale piemontese). O Cosimo Cazzato, classificatosi terzo ad un Sanremo Giovani di qualche anno fa, che ha proposto le sue “Goodbye stress”, “Se vieni più vicino” e “Regina di cuori”. O, ancora, il geometra Jean-Pierre Scapillato, vincitore del Concorso nazionale “La stalattite d’oro”, che aveva avuto attestazioni di stima da Enrico Ruggeri, che ha cantato le sue “Vivere di spot”, “Sabato sera, “Una vita in più” ed una canzone sull’abbandono dei cani. Ha aperto e chiuso la serata Giò Molinaro con “I tuoi capelli ancora”, “Ti voglio” e la conclusiva “Tamburella”.

Ad accompagnare i cantautori ha provveduto una band, guidata al basso da Negro, che comprendeva Simone Pellicanò (batteria), Michel Ponziani (tastiere), Erik Noro e Luca e Maurizio Stefanoli (chitarre).

Folto il coro composto da Barbara Zenato, Gianpaolo Bordet, Domenica Di Maggio, Elena Drelli e Massimo Volget.

Paolo Marcoz

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