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Musiche del mondo

Il coinvolgente viaggio musicale nei ritmi del mondo di IVAN MANCINELLI con il KON TAKT ENSEMBLE

È nato a Taranto, vive a Salisburgo ed insegna al Conservatorio di Trieste. Ma, da qualche anno, il virtuoso della marimba Ivan Mancinelli ha stretti rapporti anche con Aosta. Lo conferma il concerto “Ritmi dal mondo” che la sera del 30 novembre ha tenuto al Teatro Splendor di Aosta per la Saison Culturelle.

Era con lui il Kon Takt Ensemble, gruppo nato nel 2021 dall’incontro di quattro giovani percussionisti della scuola di Daniele Vineis al Conservatoire de la Vallée d’Aoste: Fabio Saccavino, Alessio Pressendo, Alessandro Viola e Daniele Papalia.

«Ho conosciuto Daniele Papalia quando è venuto a fare un esame nel mio Conservatorio.– ha raccontato Mancinelli- Mi ha fatto una bellissima impressione, ed è iniziata una collaborazione che è sfociata in questo progetto. Dopo il concerto, abbiamo in cantiere la registrazione di un cd per la Stradivarius, l’etichetta per la quale ho pubblicato vari lavori».

L’album rifletterà la scaletta del concerto allo Splendor: un viaggio, cioè, nel repertorio contemporaneo per percussioni, che, attraversando Asia, Africa e America, ne fonde danze, ritmi e timbri. Uno sguardo sul presente e sul passato, alla ricerca delle radici culturali degli strumenti a percussione. Tutte le loro famiglie, dalle pelli alle tastiere, sono state impiegate dall’ensemble con un approccio orchestrale. Sparsi sul palco, gli strumenti hanno, così, creato la scenografia dello spettacolo, coi musicisti a teatralizzare i gesti percussivi indossando costumi esotici (sgargianti costumi africani e kimono).

Si è iniziato con “Ghanaya” del compositore tedesco Matthias Schmitt, basato su ritmi africani suonati con strumenti tipicamente africani, tipo djembé, talking drum Talking Drum, Agogo e DunDun. «Ha una parte ritmica molto africana– aveva spiegato Mancinelli- che si basa sull’idea che nella giungla popoli africani comunichino tra loro attraverso i ritmi. Ci sono, quindi, piani dinamici che sottintendono il botta e risposta tra le tribù».

Daniele PAPALIA

Isolatamente, poi, Mancinelli ha eseguito “Mexican Dance” di Gordon Stout ed i Kon Takt “Catching Shadow” di Ivan Trevino.

In “Marimba Spiritual” di Minoru Miki le percussioni nella prima metà del pezzo hanno recitato una preghiera basata su melodie religiose africane, per, poi, scatenarsi in ritmi giapponesi.

Il concerto si è concluso con “Persona”, del giapponese Toshimitsu Tanaka, che, dopo un teatrale assolo di Taiko (il grande tamburo giapponese a forma di barile reso noto da gruppi come i Kodō, che nell’occasione è stato sostituito da una grancassa suonata da Viola), si è concluso con un coinvolgente crescendo poliritmico che ha entusiasmato il pubblico.

Alessandro Viola

«Sono tutti pezzi scritti da compositori classici attingendo a musiche popolari.- aveva notato Mancinelli- Riflettono la grande apertura musicale della marimba, che, specie nei nuovi strumenti con un’ottava bassa in più, ha un’estensione che la avvicina al pianoforte, permettendo di suonare autori come Bach».

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