La storia della Musica è piena di enfant-prodige. Alcuni, crescendo, si sono persi, altri, come Mozart, Chopin, Liszt e Paganini, si sono confermati geni. Enfant-prodige sono anche i russi Sergej Krylov e Aleksandra Dovgan.
Il violinista, oggi cinquantatreenne, ha confermato le promesse manifestatesi quando a sei anni tenne il suo primo concerto pubblico. Nella sua carriera, piena di successi in tutto il mondo, spicca nel 1989 la vittoria al Concorso “Stradivari” di Cremona, città cui è molto legato per avervi seguito i corsi di specializzaione con Salvatore Accardo. Rapporto privilegiato con l’Italia che interessa anche la Valle d’Aosta dove si è esibito più volte. A cominciare dal Festival internazionale di Sarre del suo amico Aldo Limonet.
Enfant prodige è anche la sedicenne pianista Aleksandra Dovgan. A soli cinque anni è entrata nella prestigiosa Scuola Centrale del Conservatorio di Mosca, conquistando presto l’ammirazione di musicisti come il grande Grigory Sokolov («Il suo è autentico virtuosismo, ha una maturità che ha del miracoloso») e, appunto, Krylov, che ha formato con lei un progetto che il 29 ottobre è approdato al Teatro Splendor di Aosta nell’ambito della rassegna ”Note dal Cammino Balteo” realizzata dall’Office Régional du Tourisme con il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, in collaborazione con l’associazione Lingotto Musica ed il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Il concerto è stato aperto dalla “Sonata in sol minore op. 137 n. 3” di Franz Schubert, pagina giovanile del musicista viennese che, pur nell’ambito di una scrittura semplice che guarda ancora al passato, fa emergere l’originalità melodica di Schubert.
Composta nel 1802, anno infausto in cui la sordità si manifestò in tutta la sua gravità, la Sonata per violino e pianoforte n. 7 in do minore, op. 30 n. 2 di Beethoven segnò anch’essa un salto di qualità grazie alle innovazioni individuabili nei suoi movimenti esterni: l’iniziale Allegro con brio ed il conclusivo Finale-Allegro.
Scritta , infine, da Prokof’ev nel 1943 per flauto, la Sonata n. 2 in re maggiore op. 94 bis fu trascritta per violino dietro suggerimento del virtuoso David Oistrach. E’ in quest’opera che il virtuosismo e l’affiatamente di Krylov e della Dovgan si sono esaltati, rendendo al meglio la freschezza inventiva e l’umorismo del Moderato iniziale, l’eleganza dello Scherzo, la cantabilità dell’Andante e la frastagliata varietà ritmica del Finale.
Gli scroscianti ed insistiti applausi del pubblico che gremiva lo Splendor hanno prodotto come bis “Vocalise” di di Sergej Rachmaninov.