Anche lui ha saltato quest’anno il tradizionale appuntamento con la Fiera di Sant’Orso, dove espone da anni, in compenso, però, il fabbro di Challand-Saint-Victor Mauro Savin ha avuto l’onore di sentire i suoi campanacci suonati in un concerto dell’orchestra LaVerdi di Milano.
Il 21 e 23 gennaio scorsi si sono, infatti, ascoltati, nell’Auditorium Fondazione Cariplo di Milano, dove l’Orchestra, diretta da Claus Peter Flor, ha suonato la Sesta Sinfonia,in La minore, “Tragica” di Gustav Mahler.
Il compositore austriaco vi aveva costruito uno scenario sonoro molto teatrale che esplorava anche i paesaggi della natura. Ecco quindi, unico esempio nella sua musica, la presenza dei campanacci delle mucche (“herdenglocken”), che nell’occasione sono stati suonati da un’altra valdostana: la percussionista verrezziese Isabella Rosini.
«Mauro è un amico di famiglia e da anni suoniamo insieme nella Filarmonica di Verrès.- spiega- Sono di casa nel suo laboratorio e mio fratello Gabriele ci ha lavorato. Nel Natale 2015 vi ho suonato i campanacci in un video di “Jingle Bells” che ha avuto quasi 150.000 visualizzazioni. Nel video de “La Desarpa”, nel settembre 2016, suonò, invece, con me mio padre Floriano».
Bravissimo trombonista, Floriano Rosini forma con l’organetto di Savin e la fisarmonica di Alex Danna il trio Les Musiciens de la Cour che esplora alchimie di suoni del Rinascimento e dintorni. A loro volta Danna e Savin formano il duo Ancia Libera, un connubio unico nel suo genere tra ance bitoniche e unitoniche.
Il cinquantasettenne Savin, che è diplomato in sassofono, abbinando le due professioni di fabbro e musicista, da tre decenni forgia campanacci per bovini, ovini e capri intonati musicalmente, sognando una “musica agro-pastorale valdostana”. «Se il cliente compra tutto giusto,- spiega- in alpeggio la mandria non fa casino quanto, piuttosto, armonie, con accordi maggiori, minori e diminuiti. Una figata sonora».
Una concezione, la sua, vicina a quella con cui Mahler li aveva usati nella Sesta Sinfonia. «Mahler dà precise indicazioni come suonarli.– spiega la Rosini- Alcuni interventi sono da farsi sul palco come se le mucche fossero vicine allo spettatore, altri dietro il palco, in lontananza, come se stessero arrivando o se ne stessero andando. Sono momenti bucolici in una Sinfonia che, per il resto, evoca atmosfere tragiche».
LaVerdi è stata la prima orchestra italiana a fornirsi di campanacci, grazie all’intermediazione della sua percussionista Viviana Mologni, moglie del trombonista aostano Giuliano Rizzotto. Non è però l’unica.
«Due anni fa li ho fatti anche per i percussionisti della Scala.- racconta Savin- Li hanno presi al posto dei tubi e li usano in molta musica contemporanea. Li costruisco anche per gruppi di musica popolare tradizionale che li assemblano in uno strumento che chiamano “campanofono”».
L’arte fabbrile del Laboratorio Sabofer di Località Isollaz, a Challand Saint-Victor, è ormai conosciuta in tutto il mondo. «I miei clienti affezionati sono valdostani, biellesi e francesi, ma vendo in tutto il mondo: dalla Spagna all’Inghilterra, dalla Polonia agli Stati Uniti. Forgiare i campanacci è un Arte. Ogni modello è un pezzo unico, con un suono ben definito che va da quello potente e mascolino del modello Savin 13 a quello più delicato dei modelli Coquette 4. A me si sono interessate diverse trasmissioni televisive, come Lineaverde, e sono tra i protagonisti del libro “Campanacci d’Italia” pubblicato lo scorso anno dall’etnomusicologo Giovanni Mocchi».
JINGLE BELLS suonato da Isabella ROSINI:
https://www.facebook.com/saboferdisavinmauro/videos/1336959296329876