Il 23 aprile 1941 è nato Giorgio Conte, raffinato cantautore astigiano che vive, suo malgrado, all’ombra del più noto fratello maggiore Paolo. «Più che un amico, un fratello», mi aveva detto, scherzando, quando, nel maggio 1996, l’avevo intervistato al “Folk Club” di Torino . «Da giovani– aveva proseguito- in casa ci contendevamo il pianoforte. Ciascuno aveva poi la sua camera che era il pensatoio personale. Un giorno avevo trovato una musica che mi piaceva e me la stavo canticchiando con la chitarra cercando le parole che non arrivavano, quando Paolo è passato e si è fermato a sentire. Probabilmente aveva già in testa l’idea di quel testo perché l’ha scritto di getto in dieci minuti. E’ nata così “Una giornata al mare”». Lo zampino di Giorgio c’è anche in altre canzoni di Paolo: da “Tripoli 69” (cantata da Patty Pravo) a “La Topolino amaranto”. «Quest’ultima era destinata a Little Tony che aveva una fidanzata hostess. Paolo, con quel suo modo di dire un po’ demodè, aveva rivestito una mia frase musicale con parole a lei dedicate: “Vola,vola bionda/ ti scaglia una fionda/ nell’alto del ciel”. Poi la canzone è rimasta nel cassetto, finchè Paolo non l’ha completata e incisa». Nonostante abbia composto per altri cantanti hit come “Deborah” e ”Non sono Maddalena”, il successo di vendita più grande di Giorgio Conte rimane la misconosciuta ”Chi era lui”: «La incise Celentano come retro de “Il ragazzo della via Gluck”, per cui, inevitabilmente, vendette anch’essa diversi milioni di copie».
