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GIUSEPPE BATTISTON: Orson Welles aveva quel sano veleno contro la stupidità che tutti gli attori dovrebbero avere

Era sbruffone, provocatore e bugiardo. Ma l’attore e regista Orson Welles (Kenosha, 6 maggio 1915 – Hollywood, 10 ottobre 1985) è stato anche un genio dello spettacolo. E l’autore di “Quarto potere”, che molti critici considerano il più bel film della storia. Dopo che i nuovi media fecero la sua fortuna (lo spettacolo radiofonico “La guerra dei mondi”, che nel 1938 scatenò il panico negli Stati Uniti simulando un attacco dei marziani, gli aprì le porte del cinema), l’aver capito con molto anticipo la loro pericolosità  (e i loro rapporti col potere) , gli procurò , ben presto, problemi con il governo americano e l’ostracismo di Hollywood. Anche per questo Welles ha suscitato l’interesse di uno dei più bravi attor giovani italiani, Giuseppe Battiston (Premio David di Donatello, Premio Ciak d’oro e Premio Ubu), che lo ha impersonato nel monologo Orson Welles’ roast” portato in scena il 19 gennaio 2009 al Teatro de la Ville di Aosta per la nona edizione della rassegna “Scenario sensibile”. «Ho richiamato Welles dal Paradiso.- ha dichiarato l’attore prima dello spettacolo- E’ sicuramente finito lì, perché il buon Dio ha buon gusto. E, poi, con lui, sicuramente non si annoia». 

Lo straripare anche fisico del regista è stato reso al meglio da un Battiston avvolto da un candido accappatoio bianco e dal fumo di giganteschi sigari, che, con indolente accento americano, ha esordito con la battuta: «Il medico mi ha proibito di preparare cene per quattro persone… a meno che a tavola non ci siano anche gli altri tre». Il cibo è evocato anche nel titolo dello spettacolo: la parola inglese “roast” gioca, infatti, sull’ambiguità tra l’arrostire e l’essere “messi sulla graticola”. «Abbiamo attinto dalle sue interviste– ha precisato Battiston- per farne un ritratto in cui esca fuori anche attraverso i lati negativi. Anche perché i “cattivi” sono latori di qualcosa di nuovo. Aveva quel sano veleno contro la stupidità che tutti gli attori dovrebbero avere. Il suo mettersi a nudo si riflette anche nell’impianto scenico dello spettacolo che si limita a quattro free cases (i bauli dove si trasporta il materiale necessario agli spettacoli: n.d.r.) buttati lì. Esprime al meglio la sua autosufficienza, perché era un uomo che si bastava, e rende quell’essere “over there”, altrove, che caratterizza la sua Arte».                                                                                                                                                                       

4 commenti

  1. Scrivo perche’mi sorprende che non ci sia ancora alcun commento all’originalita’e alla bravura di un attore quale Giuseppe Battiston.Spinta dalla curiosita’che mi caratterizza, andro’ a vedere il suo”Orson Welles roast”,anche perche’ credo che lei abbia quel”sano veleno contro la stupidità che tutti gli attori dovrebbero avere” e che ho visto ed apprezzato in lei per la prima volta nel film “Pane e tulipani”ed al quale si aggiunge quel suo candore attraverso cui traspaiono tutte le sue doti artistiche:versatilità,trasparenza e sensibilità.Nella “Rosa purpurea”su radio 24 inoltre hho avuto conferma di queste doti che le riconosco.Mi auguro che lei abbia sempre più possibilità di esprimersi e di vedere valorizzato il suo genio.Buona fortuna Giuliana

    1. Sono d’accordo con te Giuliana, infatti se ho scritto l’articolo con l’intervista a Battiston su questo suo lavoro è perchè lo ritengo uno spettacolo riuscito.
      Il fatto che tu sia spinta ad andarlo a vedere mi gratifica perchè a questo dovrebbe , secondo me, servire un articolo.
      Non mi piacciono gli articoli pieni di vuoti aggettivi, preferisco un’oggettività minimale che, però, metta in primo piano lpiù ‘artista che il giornalista.
      Grazie per l’attenzione
      Gaetano

  2. Bel pezzo. Contenuti splendidi: da Battiston a Welles e ritorno. Fantastico. Stavo navigando in rete alla ricerca di novità sullo spettacolo: novità che in controluce significano repliche e tour in giro per l’Italia. Temo, ahimè, di essere arrivata troppo tardi. Di aver perduto questo treno.
    Mi auguro che chi ne ha goduto, continui a raccontarlo, a non spegnerne i riflettori.
    PS: qusta frase di Battiston su Orson: “Aveva quel sano veleno contro la stupidità che tutti gli attori dovrebbero avere” me la ricorderò a lungo, perchè illumina ancora una volta e lucidamente la grandezza sconfinata di Mr Welles.
    Grazie e buon lavoro! Ciao Elisabetta

    1. Grazie del commento. Sono i commenti come i tuoi che danno la forza di continuare a fare cultura in questi tempi per niente facili. Questo vale per me, ma vale anche per Battiston, perchè non è facile fare un Teatro impegnato come il suo di questi tempi
      Spero a presto
      Gaetano

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