Ancora alla fine degli anni Sessanta era alquanto sconveniente che una brava ragazza dell’Arkansas del sud si recasse da sola a New Orleans. E lo era ancora di più se la meta del viaggetto era assistere ad un concerto rock. Fu così che papà Pitts concesse il permesso alla figlia Debby solo a condizione che si portasse dietro il fratellino Joe. «Avevo 13 anni e suonavo già la chitarra– ricorda oggi Joe Pitts– Lei mi portò al “Warehouse” di New Orleans raccomandandosi di guardare ed ascoltare bene il chitarrista che sarebbe salito sul palco. Quando si abbassarono le luci percepii subito la presenza di Duane Allman, una sensazione che ho provato solo due volte nella mia vita: con lui e con Miles Davis. Il suono creato dalla band fu sbalorditivo e mi fece appassionare a quella musica.» Joe Pitts fu colpito in particolare dal suono che Allman produceva facendo scorrere sulla tastiera della chitarra un botticino di Coricidin infilato nell’anulare della mano sinistra. «L’attrazione per la slide guitar è dovuta al fatto che somiglia alla voce umana. Quando suoni le singole note della chitarra in mezzo c’è il vuoto, invece la slide è modulabile come una voce e puoi creare l’atmosfera che vuoi.» “Puoi” se sei Joe Pitts, uno dei migliori specialisti mondiali di “slide guitar”.
Uno che, come dice lui, ha avuto la “fortuna” di suonare con gente come Larry McCray, Bobby “Blue” Bland e Eric Gales. Uno che, vivendo “on the road”, fa quasi duecento concerti all’anno. Ne farà uno anche oggi, domenica 5 luglio, all’”Espace Populaire” di Aosta con il batterista piemontese Roberto Tassone ed il fido bassista Jimmy Lynn. Cos’è il Blues per Joe Pitts? «Il Blues è un modo di vivere. Io e Jimmy abbiamo vissuto nel Delta del Mississipi dove abbiamo visto molta sofferenza ma, anche, cose fantastiche, e il nostro Blues è tutto questo. C’è il Blues felice e il Blues triste, c’è il Blues che parla di donnacce e quello che parla di brave ragazze. C’è il blues di qualunque cosa tu voglia cantare perché il Blues è più un modo di vivere che uno stile musicale. Per suonarlo bene devi essere bravo ad ascoltare quello che ti succede intorno, ma, soprattutto, devi avere un gran bel cuore perché la musica viene da lì.»
Le foto sono di Luca Perazzone
Video di Joe Pitts Band in “Cradle to the Grave”
Bellissimo post , il ricordo di certi suoni , certe atmosfere , artisti indimenticabili ormai nel mito…e poi il blues, uno stato d’animo quasi impossibile da descrivere più che un genere musicale.
Ottimo post davvero…
Ciao 😉
Grazie, anche perchè mi ha permesso di scoprire un mondo, quello del southern rock, che siceramente non conoscevo.
Molto interessante anche il tuo blog che ho cliccato.
Aspettati a breve un post sui “Tishamingo” che hanno suonato il 4 luglio qui ad Aosta
Ciao
Gaetano
Grazie per i complimenti che ovviamente contraccambio, mi interessa molto anche il post che farai sui Tishamingo che conosco e che ho citato brevemente nel mio post dedicato alla sconosciuta band dei Black Creek Band.
Inserisco con piacere il tuo blog nel mio blogroll.
Ciao, a presto 😉