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Jazz

Chick COREA & Gary BURTON, grande jazz a quattro mani

Corea Burton IMG_7521Burton-Corea IMG_7581.jpg blogSono stati gli asciugamano i protagonisti del concerto che la sera del 23 luglio ha visto esibirsi, al Teatro Romano, il pianista Chick Corea ed il vibrafonista Gary Burton. Tra un brano e l’altro, infatti, soprattutto Corea vi si è ossessivamente rifugiato per detergersi l’abbondante sudore che imperlava la sua fronte. A provocarlo, oltre ad una serata umida e piovosa, l’impegnativo programma che li ha visti passare da brani originali (da “Native Sense” a “Spain”) alla rilettura di standards di grandi pianisti come Bill Evans, Bud Powell e Thelonious Monk . Con due preludi di Skrjabin hanno, poi, reso omaggio alla rassegna, “Aosta Classica”, che li ospitava. L’asciugamano è uno dei “tormentoni” che Corea, uomo di spettacolo oltre che eccelso musicista, usa per creare un’atmosfera informale in modo da comunicare meglio con il pubblico. I due sono, infatti, stati due tra i jazzisti che più hanno inseguito, ed ottenuto, il successo commerciale e sanno che neanche due musicisti del loro calibro si possono sottrarre a certe regole dello “show business”. Sotto il fumo delle gigionerie c’è, comunque, stato l’arrosto di una grande musica eseguita da due virtuosi che , come punto di forza del loro trentennale menage musicale , hanno la capacità di trasferire il virtuosismo dal piano solistico ad un magico interplay: quell’incessante, telepatico, scambio di solismo ed accompagnamento che è stato ben spiegato da Burton durante lo showcase che, nel pomeriggio, ha tenuto nella sede dell’Associazione “Tamtando”. Burton & Burkina Vallèe IMG_7159«La musica– ha detto- è un tipo di linguaggio in cui, al posto delle parole, usiamo le note. Con gli anni ciò diventa naturale e si finisce per suonare come si parla, senza pensare a quello che si sta facendo tecnicamente. Io, per esempio, ho imparato a parlare in musica tra i 6 ed i 15 anni. Superato l’apprendimento tecnico si deve abbandonare la paura di sbagliare e, acquisendo consapevolezza di sé e di quelli con cui si suona, bisogna abbandonarsi alla musica. E’ questo che fa la differenza tra un semplice esecutore e un musicista espressivo. Quando, dopo la parte solistica, si passa ad accompagnare bisogna cambiare completamente mentalità, mettendosi “dietro” e cercando di ascoltare l’altro con attenzione. Io, in particolare, quando accompagno penso di avere 4 braccia, con due mani che suonano il piano con Chick e due che accompagnano.» Esempio che si è materializzato in “Armando’s Rhumba”, il bis conclusivo del concerto, in cui Corea e Burton hanno suonato il vibrafono a quattro mani, scambiandosi continuamente i ruoli.

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Gary Burton suona “In your quiet place-Moonchild” allo showcase organizzato dai “Tamtando” nella loro sede il 23 luglio 2009

2 commenti

  1. Non posso esimermi dall’esprimere il piacere che ho provato a vedere il reportage su Chick Corea e Gary Burton… vecchi amici che mi ricordano il Teatro Smeraldo di Milano, del 1980, e la registrazione dal vivo che ancora ho su cassetta di quel memorabile concerto in cui ho scoperto questo duo “magico”.
    Mi piace anche “menare vanto” di aver avuto il piacere di registrare una session con 3 brani completamente improvvisati con Chick nel suo studio di Clearwater… insomma il tuo reportage mi ha portato tra vecchi amici e vedo che il tuo apprezzamento per il grande Chick è un fatto di valore.
    Grazie.

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