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C'era una volta MUSICA

Quella volta che VIRGILIO SAVONA, lo Zelig musicale del QUARTETTO CETRA, venne ad Aosta.

Photo Editor http://www.tuxpi.com

1994-Virgilio-SavonaAntonio Virgilio Savona è morto giovedì 27 agosto 2009 presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dove era ricoverato per complicazioni dovute al morbo di Parkinson, malattia di cui soffriva da anni. Era nato a Palermo il 21 dicembre 1919 (ma dichiarato il 1° gennaio 1920) ed era stato il fondatore e l’anima musicale del QUARTETTO CETRA.

Avevo avuto la fortuna di conoscerlo nel 1995 grazie all’amico comune Mario Pogliotti, lo ricordo riproponendo l’intervista che gli feci in quell’occasione.

«Maestro Savona, permetta che mi presenti: sono Angelo Branduardi e vorrei esprimerle tutta la mia ammirazione per quello che lei ha fatto.»

Pogliotti-Mannucci-Savona(by Gaetano Lo Presti)

Successe il 19 settembre 1995 in un noto albergo aostano. Protagonisti dell’episodio un emozionato ed intimidito Branduardi (ad Aosta per alcune registrazioni televisive) e l’occhialuto ANTONIO VIRGILIO SAVONA, leader del mitico Quartetto Cetra, che il giorno dopo avrebbe partecipato alla conferenza-concerto “Jazz e dittature” ideata da Mario Pogliotti.

Cerri-Pogliotti-Savona (by Gaetano Lo Presti)«Succede sempre così quando incontro i protagonisti della musica leggera italiana di oggi.- mi confessò Savona- Come “Cetra” abbiamo inciso l’ultima volta nel 1990 in un disco di Mimmo Locasciulli. Siamo in stretti rapporti con Teresa De Sio e Rosanna Casale ed Eros Ramazzotti ha confessato che ci adora. Fiorella Mannoia, poi, ci considera i suoi portafortuna. Quando nel 1967 girammo il musical televisivo “Non cantare,spara!” dovevamo andare a cavallo, ma non essendone capaci ricorremmo a delle controfigure: quella di mia moglie Lucia era proprio la Mannoia che aveva solo 13 anni.»

Quartetto_Cetra_in_BelgradeAttestazioni di stima sono arrivate anche dal mondo della musica “seria”. Luciano Berio, per esempio, nel 1983 gli commissionò un lavoro (“L’opera delle filastrocche”) per il “Maggio Musicale Fiorentino” dopo che il figlio lo aveva ossessionato con l’ascolto di “Filastrocche in cielo ed in terra” composto da Savona con Gianni Rodari.

Un affetto che affonda le sue radici nei tanti momenti felici regalati al pubblico italiano. Chi non ha, infatti, mai cantato ”Nella vecchia fattoria”? E chi non ricorda ”Donna”,”Un bacio a mezzanotte”, ”Un disco dei Platters”,”I ricordi della sera”?

Francesco Guccini ha paragonato i CETRA ai BEATLES e per Cesare G.Romana «furono gli inventori di una formidabile macchina da spettacolo,che partendo dal concetto che ogni canzone è una piccola storia, e quindi può diventare uno sketch, la trasforma in un minuscolo ma vero momento di teatro».

quartetto cetra 6705586714Paradigmatica, a questo proposito, “Biblioteca di Studio Uno”: «Si trattava di parodie di opere famose basate sulla tecnica del “centone” (adattamenti delle parole di famose canzoni) nata negli anni Venti con “Turlupineide” di Renato Simoni, anche se forse ce n’è traccia nelle “Atellane” romane», mi disse.

Per Savona, comunque, musica non era solo passato. Grazie ad una voracissima curiosità musicale si dimostrò aggiornatissimo sulle ultime tendenze musicali. “Favola verde”, un pezzo composto nei primi anni Ottanta che mi fece sentire al piano, si inseriva, precorrendolo, nel filone della New Age. «Sono come Zelig– spiegò- mi interesso e mi impossesso di qualsiasi tipo di musica. Mi piacciono Pat Metheny, Brian Eno, Peter Gabriel. In questo momento mi interesso soprattutto di musica africana ed in particolare di quei musicisti che la contaminano con influssi occidentali.»

Mina_con_Antonio_Virgilio_SavonaDi contaminazioni erano, d’altronde, piene molte canzoni dei “Cetra”. «Abbiamo inventato un sistema di citazioni nelle canzoni simile a quello degli assoli jazzistici. “In un vecchio palco della Scala”, per esempio, c’è l’introduzione della Traviata cantata “a cappella”, cosa allora rarissima, e la chiusura con Mascagni. Ma ci siamo cimentati anche nella canzone popolare e, addirittura, in quella sociale sociale. Nel ’68, infatti, mi feci trascinare dalle ideologie di sinistra di mio figlio con canzoni come “Angela”, dedicata ad Angela Davis, e “Il tuo ritorno” sull’emigrazione

All’incontro era presente la moglie, la mitica Lucia Mannucci, che intervenne solo per rispondere alla domanda sul perché del nuovo boom delle formazioni vocali. «Quando cantavo con i Cetra– spiegò- mi sentivo circondata da un’armonia di voci. Oggi c’è di nuovo voglia di sentirsi avvolti dall’armonia.»


1 comment

  1. Quando muore un musicista la musica resta un poco impoverita di un proprio organismo vitale, anche se-fortunatamente-trattandosi di arte, per dirla “alla Proust”, essa è eterna e vive al di là del tempo. Ogni volta che si udranno le note o le si produrranno, il “musico” rivivrà ancor più plasticamente nel nostro ricordo, che già fa rivivere di suo. Savona è stato un musicista pieno, di razza come si dice. Fine, colto, capace, impegnato, mai banale. Come ex-bambino, nato con la TV, nutrivo per lui una vera adorazione, ai tempi e nel tempo, mi immedesimavo (forse per gli occhialoni). Andavo pazzo per le sue (loro) parodie e quando potei possederle, attraverso le registrazioni di passaggi moderni RAI, ne fui felice. Ne conservo due copie addirittura (per precauzione). Più altro materiale. I Cetra erano un alto pezzo della televisione di una volta, una TV non priva di difetti, ma non decaduta come l’attuale. Lo spettacolo e la musica in generale debbono a Savona e al Quartetto Cetra veramente molto. Lucia Mannucci è stata (come dice Arbore) una delle più belle voci della musica leggera italiana (doppiò la Spaak nella “Vedova Allegra” di Falqui in TV). Apprendere la notizia della scomparsa del Maestro Savona mi ha tolto qualcosa…inevitabilmente. Sono felice però che abbia toccato la soglia dei quasi 90 anni e che la sua discendenza sia in linea con il suo insegnamento. Banalmente, ma con sincerità, dico al Maestro Savona: “Grazie, Maestro!”.

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