L’argomento, l’Amore, è sicuramente quello più abusato nella letteratura di tutti i tempi e di tutte le latitudini, se, però, a occuparsene è uno scrittore come Daniele Gorret c’è sicuramente da aspettarsi variazioni sul tema molto personali. Attesa che non va delusa nel “Libro dell’Amante e dell’Amato”, appena pubblicato dallo scrittore di Chatillon per le edizioni “Joker” di Novi Ligure. L’opera si distingue, infatti, per il “crescendo di audacia e di scandalo” con cui passa in rassegna dieci forme d’amore: da quello per la Donna, il più comunemente riconosciuto e profano, a quello per l’Amore, in cui amante, amato e amore si fondono in un’unione mistica. «La forza dell’amore– spiega Gorret- spinge ad uscire da sé per andare verso l’altro, che, proprio per questa sua diversità, ci attrae. L’alterità più ovvia è costituita da un altro essere umano, che nell’attuale società occidentale deve rispondere a certi requisiti di bellezza e gioventù. Il messaggio del libro è che la nostra potenzialità amorosa non può chiudersi antropocentricamente limitandosi a questo tipo d’amore, ma dovrebbe, piuttosto, essere sfruttata come forza di accrescimento ontologico per spingere l’individuo verso forme d’amore più sublimi. Il libro è “scandaloso” proprio perché rovescia tutti i valori attualmente in auge in una società che tende a regredire sempre più verso forme amorose “basse”. Per di più quanto più si sale nella scala che ho delinato più c’è un prezzo da pagare: nel senso che se l’amore tra umani, che io metto al gradino più basso, è accettato come fisiologico, l’amore per l’Animale, il Vegetale, l’Oggetto o, addirittura, il Rifiuto è giudicato patologico». La filosofia amorosa di Gorret si incarna in schizzi di persone e atteggiamenti che nel testo sono resi con versi, in prevalenza endecasillabi, che, come musica, si adattano al tipo di passione amorosa descritta in ciascun capitolo. “Più grande, forte e folle è Amore più ama fortemente ciò che è odiato”, si legge, per esempio, all’inizio del capitolo “L’Amato è il Rifiuto”, in cui Gorret assimila i rifiuti gettati nelle discariche ai Poeti. Non, però, al poeta da vetrina, ricco “di premi prebende provvigioni, caro alle folle, idolo in tivù”, quanto, piuttosto, ai “Poeti- Scarto d’Occidente”, tenuti anche loro lontano dalla società che conta per evitare che ne inquinino l’efficacia e l’efficienza. I limiti ed il senso di insoddisfazione che ogni forma amorosa, per quanto evoluta, lascia scompaiono nell’ultimo capitolo del libro, dove “L’Amato è l’Amore”, per cui “vedi tutto fuso dentro il Tutto, senti corpo fatto Mens Aeterna e mente tutta Carne in Vibrazione!”. «L’ “inveramento”– conclude lo scrittore- avviene nell’amore per l’amore, cioè un amore talmente denso di esperienza e patimento che, uscendo massimamente da sé, si fonde nel tutto in una sorta di unione mistica. In questo “tutto” non ci sono distinzioni tra amore e oggetto d’amore, e la consapevolezza totale che si raggiunge coincide con l’innocenza dell’inconsapevolezza. E’ come nel trentatreesimo canto del Paradiso in cui Dante arriva alla conoscenza di Dio perdendo conoscenza.»