La luce e l’ombra. Lei a mostrare, radiosa, una matura bellezza neanche minimamente scalfita (anzi) dalla recente seconda maternità. Lui a (di)mostrare il suo “dark side” presentando, fuori concorso, il suo secondo film “Shadow“. L’attrice Claudia Gerini ed il cantautore Federico Zampaglione sono stati la coppia più ammirata della diciannovesima edizione del “Noir di Festival” svoltasi a Courmayeur dal 7 al 13 dicembre. «Un paio di anni fa – ha raccontato Zampaglione – stavo andando in bicicletta con Claudia nei boschi, quando, ad un certo punto, mi volto e lei non c’era più. Allora ho iniziato a chiamarla e a cercarla rifacendo la strada al contrario. Ero terrorizzato, quando, finalmente, l’ho trovata che stava facendo pipì dietro un albero! Mi sono veramente sorpreso di quanto spaventi la scomparsa improvvisa di qualcuno che ti è caro, soprattutto quando sei in un luogo solitario come un bosco. Cosi’ quando sono tornato a casa mi è venuta l’ispirazione è ho cominciato a scrivere il soggetto che poi sarebbe diventato ‘Shadow’». Il film racconta la storia di David, giovane soldato americano tornato dal fronte iracheno, che parte per l’Europa per mettersi alle spalle la tremenda esperienza della guerra. In un affascinante quanto misterioso luogo di montagna incontra Angeline con la quale si mette ad esplorare un luogo isolato dove aleggiano antiche leggende. Presto, però, la
cosiddetta “normalità” si trasforma in un incubo più orribile della guerra, con due cacciatori che li inseguono per ucciderli e un nemico ancor più oscuro che li attende. «E’ un film molto violento- aveva detto Zampaglione– Sono un appassionato di horror, e facendo questi film (nel 2007 aveva diretto “Nero bifamiliare”, un film a metà fra noir e commedia: n.d.r.) sfogo, un pò schizofrenicamente, il mio dark side. Anche musicalmente sono più crepuscolare che solare.» Il 12 dicembre, nel corso della serata finale del “Noir in Festival”, Zampaglione ha fatto un breve concerto riproponendo al “PalaNoir” una parte della colonna sonora psycho- dark del film con gli “Alvarius”, un trio formato con il fratello Francesco (batteria) e Andrea Moscianese (chitarra). «Sono tutti brani strumentali, molto d’atmosfera, completamente diversi da quelli dei “Tiromancino”. Io mi sono limitato a dare delle indicazioni ed una supervisione, ma sono stati Andrea e Francesco a portare avanti l’aspetto compositivo cimentandosi con suoni sperimentali e profondi.» Accanto agli echi dei “Goblin” (il gruppo che frmò per Dario Argento il memorabile commento musicale di ‘Profondo rosso”:n.d.r.), a predominare nella musica del trio è il “noise” che riflette le esperienze di Moscianese che vanta al suo attivo una tournee mondiale con Joe Lally, bassita dei “Fugazi”. Un’ultima curiosità: il nome del trio deriva da quello del Bufo Alvarius, un rospo allucinogeno che se leccato (e nel film lo è) produce allucinazioni provocate dalla bufotenina secreta dalle ghiandole della schiena.
2 commenti
-
Pingback: Notizie dai blog su Anteprima dell’horror di Zampaglione
-
Pingback: Notizie dai blog su Quanti inquietanti interrogativi lascia irrisolti Shadow di Federico Zampaglione?